Fideiussione omnibus


Fideiussione omnibus





Sono stato socio accomandatario dal 2010 a ottobre 2014 di una sas, con 48% delle quote: 48% al mio ex socio accomandatario e 4% l’accomandante. Questi ultimi 2 ancora in carica presso la società.

A gennaio 2015 ormai fuori dalla società, la banca e il mio ex socio mi fanno firmare una fideiussione da 62 mila euro per un prestito di euro 17 mila più fido di euro 5 mila con la forzatura che la banca non avrebbe più concesso credito e l’azienda avrebbe dovuto chiudere avendo in piedi alcune situazioni economiche.

Ho fatto un grosso errore me ne rendo conto, ma a frittata fatta, volevo capire se posso annullare la fideiussione a mezzo raccomandata sulla base di:

– per quale motivo se il prestito pattuito di euro 17000 + 5000 di fido mi fanno firmare una fideiussione da euro 62000!

– il mio ex socio alla data della fideiussione aveva già debiti pregressi con Equitalia per la sua vecchia ditta, la banca non doveva controllare lo stato patrimoniale del debitore principale?

– il mio ex socio ora con i denari della mia ex società si paga le sue spese personali non pagando più dipendenti, fornitori, ecc. della società

– i denari della sas vengono impiegati per le spese personali e non dell’azienda, la banca non controlla?

– il soggetto nonostante un fido di euro 5 mila, continua a sforare allegramente arrivando anche a -12 mila euro sul conto aziendale

Ci sono gli estremi tramite avvocato di chiedere alla banca il recesso della fideiussione per mancata trasparenza verso la mia garanzia sia all’atto della stipula della fideiussione, sia al comportamento del debitore nei tempi successivi?

Annoto che il mio ex socio non ha nulla di intestato per cui azione legale contro di lui non porterebbe a nulla.

Inoltre credo di essere stato raggirato da banca ed ex socio per questa situazione, essendo l’unico che aveva una casa di proprietà con il conto del mutuo nella stessa banca!

L’unica cosa sensata che lei può fare da subito (anche senza avvocato) per limitare i danni, è chiedere alla banca il recesso parziale dalla fideiussione omnibus per quel che riguarda il fido concesso al debitore principale. Con la consapevolezza di dover comunque corrispondere alla banca l’importo relativo al saldo passivo maturato sul conto corrente del debitore principale al momento della richiesta.

Tuttavia, la banca potrebbe contestarle che trattandosi di fideiussione omnibus (e non specifica) deve recedere da tutto il contratto, previo pagamento dei 17 mila euro e dello scoperto di conto esistente al momento della richiesta.

Per quanto riguarda, il recesso del fideiussore dalla garanzia specifica prestata per i debiti di un terzo, derivanti da un rapporto di apertura di credito bancario in conto corrente destinato a prolungarsi ulteriormente nel tempo, produce l’effetto di circoscrivere l’obbligazione accessoria al saldo del debito esistente al momento in cui viene esercitata la facoltà di recesso ma non vale affatto a liberare il garante per i debiti antecedenti del debitore principale.

In altri termini, il recesso non determina l’estinzione in senso stretto della garanzia fideiussoria né ha effetti retroattivi, ma vale a delimitare l’entità dell’obbligazione fideiussoria all’esposizione debitoria (saldo passivo) del conto corrente esistente al momento dell’esercizio della facoltà di recedere (Arbitro Bancario Finanziario decisione 4794/15).

Le vicende societarie sono irrilevanti per quel che attiene la legittimità della garanzia prestata, essendo stata la fideiussione assunta a titolo personale e non come socio.

L’esposizione del debitore nei confronti di Equitalia potrebbe essere proprio la motivazione in base alla quale la banca ha concesso l’apertura di credito in conto corrente solo dopo la firma del contratto di fideiussione con un terzo.

Il recesso dal prestito di 17 mila euro sarebbe inutile al momento: può sempre sperare che il suo ex socio si ravveda e rimborsi quanto ricevuto dalla banca (anche se temo che sarà difficile ciò accada).

Per il resto, giusto per dare un contributo finalizzato al tentativo di aiutarla a non buttar via altri soldi in onorari di avvocati, voglio ricordarle che anche se lei riuscisse a provare di essere stato incapace di intendere e volere al momento della firma del contratto di fideiussione, la garanzia sarebbe comunque valida a meno che lei non dimostrasse che la banca (non il suo ex socio) fosse consapevole del suo stato di incapacità (Cassazione, sentenza 19458/15).

3 Ottobre 2015 · Patrizio Oliva


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