Devi spendere meno – altrimenti, se non paghi la rata, ti tolgo la casa






Spendaccione avvisato, mezzo salvato: con una telefonata molto seria due banche inglesi inviteranno nei prossimi mesi alcuni loro clienti a smetterla di spendere i loro risparmi; spese, forse superflue, per avere le partite sul digitale, andare a cena fuori, giocare con il cellulare e frequentare la palestra più costosa del quartiere, e senza giri di parole “consiglieranno” ai loro correntisti di concentrarsi sul pagamento più importante, quello della rata del mutuo di casa, o del prestito in atto con l’istituto. In barba alla privacy dei dati e dei consumi, l’Inghilterra si difende anche così dallo spauracchio della crisi.

I CONTROLLI – L’operazione telefonica da parte dei funzionari della UKAR, UK Asset Resolution, l’istituto statale che dal 2010 (e dopo la crisi finanziaria del 2008) si occupa della gestione di due istituti di credito immobiliari oggi nazionalizzati come Bradford & Bingley e Northern Rock, partirà nelle prossime settimane. Finora l’istituto si è occupato di svolgere controlli diretti sui conti correnti dei debitori, per analizzarne propensione al rischio, eccesso di spesa e di uso della liquidità a disposizione.

È la prima volta che ai titolari di mutui inglesi (in questo caso sono stati presi di mira quelli a interesse variabile) viene controllato il conto corrente dopo che il finanziamento è già stato erogato, mentre tali controlli sono di routine in fase di approvazione del prestito.

LA CARICA DEI 30MILA – La UKAR ha giudicato a rischio circa 30mila debitori: per loro, in caso i tassi di interesse aumentassero e superassero lo storico e favorevole livello odierno dello 0,5 per cento, si prospetta la possibilità di non riuscire a far fronte alla rata mensile, trimestrale o semestrale e per l’istituto statale si delinea una preoccupante fase.

Ecco perché, a ritmo di 2mila a settimana, gli spendaccioni inglesi più spericolati verranno avvertiti telefonicamente, e consigliati sulla revisione delle priorità di spese familiari. Una sorta di coscienza finanziaria che, dopo aver controllato debiti e rate a carico dei singoli, aiuterà i consumatori a rinunciare a qualcosa, rassicurando così le casse statali che devono recuperare i 48 miliardi di sterline versati per la nazionalizzazione dei due istituti falliti.

1 Gennaio 2012 - Chiara Nicolai


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