Comunicazione di DBT da parte della finanziaria – cosa fare






Mio marito anni fa ha contratto due finanziamenti con una finanziaria che poi per vari problemi lavorativi non ha più potuto pagare. Qualche settimana fa ha ricevuto le due DBT uno per la cifra di euro 1.504 e l’altro per la cifra di euro 5.635.

Garante del finanziamento più alto è la sua ex compagna (tra l’altro i soldi sono serviti a comprare i mobili di casa di lei, e naturalmente quando si sono lasciati lei si è rifiutata di contribuire per la sua parte, ma lasciamo stare).

Ora quello che vorrei capire è: mio marito non ha nulla intestato e siamo in separazione dei beni. Attualmente lavora con contratto a progetto in scadenza a dicembre 2015, ma che molto probabilmente diventerà un contratto a tempo indeterminato. La mia idea è quella di contattare la finanziaria e fare una proposta a saldo e stralcio per togliere mio marito dai casini: cancellazione dalle banche dati come cattivo pagatore ed evitare che magari in futuro gli pignorino lo stipendio per importi maggiorati anche di spese interessi etc, considerando che abbiamo un figlio, paghiamo l’affitto, lui paga 500 euro di mantenimento alla ex per i loro due figli e io ho appena perso il lavoro, ma fortunatamente ho un gruzzoletto da parte.

Secondo voi faccio bene o conviene lasciar seguire alla cosa il suo iter naturale?

Come abbiamo spesso ricordato in questo forum, è improbabile che una proposta di un accordo transattivo a saldo stralcio venga accettata dal creditore quando è il debitore a presentarla.

Si parte dal presupposto che se c’è l’esigenza di chiudere la posizione ciò sia riconducibile alla necessità del debitore di accedere nuovamente al circuito creditizio oppure al tentativo di evitare il pignoramento dei propri beni (stipendio, conto corrente, immobili).

Peraltro, per quel che attiene la cancellazione del nominativo del debitore dalle centrali rischi, va aggiunto che esso interviene solo dopo 36 mesi dal versamento di quanto previsto nell’accordo. Inoltre si corre il rischio di vedersi negata qualsiasi richiesta di prestito in ragione dell’esistenza delle banche dati occulte dei cattivi pagatori.

E’ molto difficile che il creditore (specie se una società di recupero) avvii la procedura di pignoramento dello stipendio quando il debitore sia titolare di un contratto di lavoro a termine. L’ipotesi di una futura possibilità di conversione del rapporto di lavoro nella tipologia a tempo indeterminato può risultare determinante solo quando l’eventualità sia divenuta un fatto reale.

Qualora il creditore non riesca ad escutere con successo il debitore, la mossa successiva è sempre quella di rivolgere la pretesa al garante.

Questi gli elementi che siamo in grado di fornire: qualsiasi valutazione sulla convenienza di procedere in un modo o nell’altro spetta a lei.

Giusto per non sottrarci dal fornire il consiglio richiesto, tuttavia, si può aggiungere che, attesa la situazione riportata, io, personalmente, attenderei il divenire degli eventi.

24 Aprile 2015 · Loredana Pavolini


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