Come salvare la mia casa?






Sono un agente di commercio di 40 anni, separato (non perchè io e mia moglie non ci amiamo!) e con due figli di 5 e 9 anni. Dal 2002 al 2009 sono stato titolare di ditta individuale per la quale ho dovuto tralasciare il pagamento di INPS e fisco per poter vivere. Pertanto, ad oggi, mi ritrovo con una sfilza di cartelle esattoriali che pressappoco raggiungono i 60.000 euro. Inoltre dal 2009 sono socio al 50% di una SNC (di due soli soci) con debiti verso l’erario per circa 10.000 euro ed altri 5.000 verso fornitori. Al momento stiamo pensando di mettere in liquidazione la società entro maggio p.v. per dedicarci ad un altro progetto.

Non dormo più la notte pensando ai debiti della precedente attività e quelli dell’attuale nella consapevolezza che rischio di perdere il mio unico bene più prezioso: l’unica casa di cui sono intestatario e sulla quale grava per altri 15 anni un mutuo ipotecario (regolarmente pagato).

Ho cercato di informarmi sulle possibili soluzioni utili a tutelare la mia casa tra cui il trust ed il fondo patrimoniale ma ho notato molta confusione su ciò che posso o non posso fare.

Cerco un consiglio concreto su come gestire la chiusura della SNC in considerazione dei debiti esistenti e come salvaguardare la mia casa considerato che al momento mia (ex) moglie è stata licenziata ed io percepisco un utile (provvigionale) lordo medio di 800 euro al mese.

Probabilmente non ho ben compreso la sua situazione: se l’immobile di proprietà non è un’abitazione di lusso, se è l’unico che lei possiede e se in esso vi risiede lei, o il coniuge separato con i figli in forza di provvedimento giudiziale di assegnazione della casa familiare conseguente a separazione personale, non vedo possibilità di espropriazione (pignoramento e vendita all’asta) da parte di Equitalia.

Peraltro, la stessa Equitalia non ha ritenuto utile cautelare l’erario con una nuova iscrizione ipotecaria, atteso che sull’immobile insiste già un’ipoteca di primo grado a garanzia del mutuo erogato dalla banca.

Questo le potrebbe consentire di trasferire in sede di divorzio (le cose vanno portate a termine, comunque) la proprietà della casa all’ex coniuge con la sola ipoteca bancaria (e l’eventuale accollo interno del mutuo).

Fondo patrimoniale e trust non possono evitare l’azione esecutiva su un immobile conferito dopo l’insorgenza del credito. Addirittura, per quanto attiene il fondo patrimoniale (che, dovrebbe esserle inibito, stante l’intervenuta separazione personale) ed i debiti maturati con l’erario successivamente alla sua costituzione, giurisprudenza costante ritiene che l’omesso versamento delle imposte si risolva in un arricchimento del debitore finalizzato a soddisfare esigenze familiari e che pertanto il bene conferito al fondo risulti comunque assoggettabile ad espropriazione.

Per quanto attiene la chiusura della snc non ho, purtroppo, consigli concreti da offrirle. Trattandosi di società di persone, lei risponderà illimitatamente e solidalmente, con gli altri componenti della compagine sociale, dei debiti (erariali e non) contratti fino alla liquidazione.

16 Marzo 2015 · Paolo Rastelli





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