Atto di precetto in corso di separazione giudiziale – cosa fare?






Per motivi di sintesi nell’esporre il mio problema devo tralasciare una lunga premessa riguardo la mia vita privata. Diciamo che attualmente sono in corso di separazione giudiziale e che durante il matrimonio avevo contratto dei debiti nei confronti di alcune finanziarie per acquisti di auto, moto e altri beni intestati tutti a mio nome in quanto il mio ex marito non disponeva di busta paga.

Molti di questi prestiti sono andati in sofferenza, ceduti ad altre società di recupero con conseguenti corrispondenze inviatemi negli anni a cui non ho mai dato riscontro in quanto la mia busta paga era già gravata da tre prestiti (cessione V, delega e un prestito aziendale). Dico “era” perchè recentemente ho finito di pagare cessione e delega e probabilmente alcune società di recupero avendo appreso in qualche modo questa nuova mia ritrovata capacità nel “pagare” si sono fatte di nuovo vive.

Da tenere in forte considerazione il fatto che sono dovuta andare via di casa senza portarmi nulla e quindi non ho nessun documento riguardo i finanziamenti contratti ma ho ricostruito tutto dalle varie comunicazioni arrivatemi nel tempo.

E vengo al problema: ricevo un atto di Precetto dalla Carifin in liquidazione di circa 3600 euro per un credito di 2500 euro che a mia memoria dovrebbe riguardare l’acquisto dell’automobile a me intestata ma in uso al mio ex marito (fatto scritto anche nella separazione). Mi vengono dati dieci giorni di tempo per pagare. Ora, a parte che vorrei discutere di questi debiti nelle udienze di separazione, considerato che difficilmente il mio ex accetterà di accollarsi la metà dei debiti, vorrei avere un consiglio su come bloccare questa procedura, prendere un altro po’ di tempo e possibilmente non arrivare al pignoramento. In particolare le domande che vorrei porvi sono:

Posso oppormi? Con quale motivazione?
Posso proporre un pagamento a saldo e stralcio?
In che modo la separazione giudiziale in corso mi può tornare utile per non sopportare da sola questo pagamento?

In uno scenario futuro, in caso di pignoramento, posso chiedere che mi vengano pignorati o l’auto a me intestata (ma non in uso) o la moto (di grossa cilindrata) sempre a me intestata ma in possesso ancora del mio ex?

Il punto è che avendo dei beni a me intestati per cui ho sottoscritto dei prestiti ma che sono rimasti al mio ex (e ogni tanto mi arrivano anche delle multe prese da lui), posso evitare pignoramenti in busta paga o blocchi del conto corrente utilizzando questi beni per pagare il debito contratto in costanza di matrimonio?

Rispondendo alla prima domanda diciamo subito che non c’è alcuna possibilità di opporsi al precetto: peraltro se avesse anche avuto elementi per contestare il credito a cui non ha adempiuto, l’opposizione doveva essere portata al decreto ingiuntivo dopo la notifica dello stesso e non adesso.

In questa fase non esiste alcuna possibilità di accedere ad una soluzione transattiva a saldo stralcio, tipica della fase stragiudiziale ed improponibile laddove sia già stata avviata un’azione esecutiva: in altre parole dovrebbe saldare l’importo indicato nel precetto che comprende la quota capitale dovuta, gli interessi di mora a suo tempo applicati, gli interessi legali e le spese di giudizio.

Senza entrare nemmeno nel dettaglio relativo al regime economico patrimoniale (comunione o separazione dei beni) adottato durante il matrimonio, trattandosi di cespiti (auto e moto) a lei intestati, che possono definirsi senz’altro personali, dovrà sopportare in prima persona anche le azioni esecutive dei finanziamenti ricevuti a suo tempo per il loro acquisto, essendo irrilevante l’utilizzo che di tali beni è demandato esclusivamente ad un terzo soggetto (il marito da cui sta per separarsi).

Non solo, dovrà, stante l’attuale situazione, rispondere anche delle eventuali sanzioni amministrative di cui si renderà trasgressore chi detiene i beni a lei intestati: e questo è il male minore, considerando che potrebbe essere anche chiamata solidalmente al risarcimento danni in caso di sinistri di una certa gravità.

A meno che non voglia denunciare il furto dei due veicoli dopo aver, naturalmente, avvertito suo marito.

Auto e moto usate non le pignora più nessuno: dovrà rassegnarsi a vedere, invece, pignorato il suo stipendio netto (nella misura del 20% come quota massima di prelievo) oppure il conto corrente a lei intestato, senza poter eccepire alcunché al riguardo.

Tuttavia la separazione giudiziale in corso capita, come si suol dire, a fagiolo per poter rimediare ad una situazione gestita forse, fino a questo momento, con eccessiva superficialità.

E’ l’occasione questa per chiedere, nero su bianco al giudice, l’obbligo di effettuare i passaggi di proprietà a favore della controparte con contestuale rimborso (ad esempio sulla base delle valutazioni di Quattroruote) del valore effettivo dei due veicoli, nonché stabilire un indennizzo forfetario per le eventuali sanzioni che dovessero esserle notificate in futuro. E definire quant’altro necessario a chiudere le posizioni ancora in sospeso.

Con un po’ di buona volontà potrebbe procedere anche ad un accesso agli atti presso Equitalia e l’ufficio contravvenzioni dei Comuni di residenza suo e di suo marito per verificare l’eventuale presenza di procedimenti pendenti (multe e cartelle esattoriali per multe non pagate). In questo modo potrà presentare al giudice una lista della spesa ben documentata e dettagliata.

28 Ottobre 2015 · Ornella De Bellis


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