Le norme a tutela del debitore » Dalle centrali rischi fino al pignoramento: breve ma completa rassegna dei diritti che possono essere esercitati

Le norme a tutela del debitore » Dalle centrali rischi fino al pignoramento: breve ma completa rassegna dei diritti che possono essere esercitati

Nell'articolo che segue vogliamo evidenziare, esponendole quasi completamente, le più importanti norme, secondo la legislazione italiana, che si pongono a tutela del debitore: dalla segnalazione in centrale rischi passando al pignoramento fino alle società di recupero crediti.

Come noto non esiste, nel nostro Paese, una carta fondamentale contenente con i diritti del debitore.

Molte sono, però, le norme che stabiliscono alcune garanzie inderogabili in favore di chi è moroso e non ha adempiuto alle proprie obbligazioni.

Le opinioni, comunque, sono assai contrastanti.

Se da una parte si decanta il fatto che l’Italia tuteli più i debitori che i creditori, dall’altra ci si lamenta della vessazione, quasi totale, di fisco, lobby e amministrazioni.

Gli oneri, naturalmente, sono parecchi e onerosi.

Ma se non paghi che succede?

Quali sono i tuoi diritti debitori e su quali norme è possibile fare leva per ottenere la salvaguardia di una persona anche nell'ambito, ad esempio, di un pignoramento?

Cerchiamo di fare luce sulla vicenda nell'articolo che segue.

Le tutele del debitore nell'ambito delle segnalazioni in centrali rischi e Crif

Vediamo quali sono le tutele del debitore nell'ambito delle segnalazioni in centrali rischi e Crif.

Come noto, la segnalazione alla Centrale Rischi, ovvero, il database dei cattivi pagatori gestito dalla Banca d’Italia, non può avvenire né per un semplice ritardo nel pagamento, né per una semplice morosità.

In tale fattispecie, infatti, si deve trattare di un rischio di insolvenza che metta a serio repentaglio, per la banca, la possibilità di recuperare il proprio credito.

Quindi il mero inadempimento non può far scattare la segnalazione e, in caso contrario, il consumatore ha diritto, oltre alla cancellazione, anche al risarcimento del danno.

Per quanto riguarda la Crif, invece, il debitore ha diritto a non esserne iscritto se il ritardo o il mancato pagamento riguarda solo una rata o solo un mese.

La notifica degli atti al debitore è obbligatoria

Il debitore deve sapere che la notifica di qualsiasi atto di riscossione è assolutamente obbligatoria, pena nullità della stessa.

Il debitore ha diritto a ricevere la notifica di tutti gli atti del procedimento di esecuzione forzata che si svolge in suo danno.

Ciò a partire dall'atto di precetto, fino al pignoramento del conto corrente, dello stipendio, della pensione, della casa. In caso contrario la procedura è nulla.

La salvaguardia del debitore nell'ambito del pignoramento

Tutte le difese del debitore nell'ambito del pignoramento: che esso sia mobiliare, immobiliare o presso terzi.

Come prima cosa, è bene notare che l’ufficiale giudiziario può effettuare il pignoramento solo presso il domicilio, la residenza o la dimora del debitore.

Può recarsi anche in altri luoghi appartenenti al debitore (quali ad esempio il negozio, l’ufficio o l’officina) indicati dal creditore, purché il debitore in essi eserciti comunque la propria attività.

Può cercare beni anche sulla persona del debitore, con perquisizione, osservando le opportune cautele per rispettarne il decoro.

Solo se c’è un’apposita autorizzazione del tribunale, l’ufficiale giudiziario può pignorare cose che si trovano in luoghi non appartenenti al debitore, ma delle quali egli può direttamente disporre e di cui si presume la proprietà in capo al debitore stesso.

Inoltre, l’ufficiale giudiziario può effettuare il pignoramento solo nei giorni feriali tra le ore 7 e le 21.

Il pignoramento iniziato nelle ore prescritte può essere proseguito fino al suo compimento. Il creditore pignorante può tuttavia chiedere l’autorizzazione del presidente del tribunale o di un giudice da lui delegato a fare eseguire il pignoramento fuori dagli orari previsti.

Per quanto riguarda l'elenco dei beni, invece, l’ufficiale giudiziario non può pignorare: anello nuziale; vestiti, biancheria; letti, tavoli per i pasti con le relative sedie; armadi guardaroba, cassettoni, frigorifero, stufe e fornelli di cucina; lavatrice, utensili di casa e di cucina insieme ad un mobile idoneo a contenerli, in quanto indispensabili al debitore e alle persone della sua famiglia che convivono con lui.

Configurano un'eccezione i mobili (ma non i letti) di rilevante valore economico anche per accertato pregio artistico o di antiquariato.

Non possono essere pignorati, inoltre, commestibili e combustibili necessari per un mese al mantenimento del debitore e delle altre persone della sua famiglia con lui conviventi; cose sacre e quelle che servono all'esercizio del culto; decorazioni al valore, lettere, registri e in genere gli scritti di famiglia, e i manoscritti, salvo che formino parte di una collezione; armi e oggetti che il debitore ha l’obbligo di conservare per l’adempimento di un pubblico servizio.

Non sono pignorabili neanche i beni in usufrutto legale.

Parlando di beni immobili, se il debitore ha un sola abitazione di proprietà e vi risiede, ed essa è destinato a civile abitazione, non può essere pignorato solo se il creditore è Equitalia (cosiddetta impignorabilità della prima casa).

Su di essa, però, si può iscrivere ipoteca se il debito (con Equitalia) è superiore a 20.000 euro.

Gli altri creditori possono pignorare la prima casa.

Per quanto riguarda il pignoramento dello stipendio presso il datore di lavoro, esso può essere di massimo 1/5 del netto della busta paga.

Anche per il pignoramento della pensione vale il limite massimo di 1/5 per volta, ma esso non si applica sulla pensione intera ma sulla somma che residua una volta detratto il minimo vitale. Il minimo vitale, dal 2016, è pari a 672,76 euro, ossia l’importo dell’assegno sociale – pari a 448,51 euro – aumentato della metà.

Per cui, su una pensione di 1000 euro netti, il quinto pignorabile si applica su 327,24 (1.000 – 672,76) e corrisponde a 16,36 euro.

In entrambi i casi, se il creditore è lo Stato, il pignoramento può avvenire per massimo 1/10 se la mensilità di stipendio o pensione non supera 2.500 euro.

Il pignoramento sale a 1/7 per stipendi o pensioni fino 5.000 euro e arriva a massimo 1/5 per stipendi o pensioni superiori a 5.000 euro.

Il debitore ed il gratuito patrocinio

Nel paragrafo che segue vedremo quali sono le condizioni per ottenere il gratuito patrocinio, ovvero l'assistenza legale gratuita per il debitore.

Se il debitore ha un reddito inferiore a 11.528,41 euro annui, ha diritto a un avvocato pagato dallo Stato.

L’avvocato non gli viene assegnato dal tribunale, ma lo sceglie lo stesso soggetto interessato, tra quelli iscritti negli elenchi presso il locale consiglio dell’ordine.

È quello che viene chiamato gratuito patrocinio.

La tutela del debitore in ambito familiare ed ereditario

Molte sono le norme che tutelano il debitore nell'ambito familiare ed ereditario: vediamo quali nel paragrafo successivo.

Il creditore non può pignorare i beni dei familiari del debitore, anche se facenti parte dello stesso nucleo familiare.

Così, per esempio, non può pignorare i beni dei genitori o dei figli.

L’unica eccezione è per il coniuge, ma solo se in regime di comunione legale e, comunque, nei limiti del 50% sui beni rientranti nella comunione stessa.

Anche gli eredi devono pagare i debiti del defunto, sempre che abbiano accettato l’eredità. Essi però non devono pagare le sanzioni amministrative.

Esistono, inoltre, delle norme molto precise in merito alla notifica agli eredi dei debiti del defunto.

La prescrizione dei crediti aiuta il debitore

Il debitore può salvarsi dal pagamento di un qualsiasi atto per l'avvento della prescrizione: vediamo come quando e perché.

Il debito non rimane, di norma, per tutta la vita del debitore, ma dopo un certo periodo si prescrive.

Tale periodo varia a seconda del debito.

La regola generale è che la prescrizione si compie dopo:

  1. 10 anni per tutte le obbligazioni (per esempio un contratto);
  2. 5 anni per quelle che derivano da fatti illeciti (ad esempio, il danneggiamento di un condomino per infiltrazioni d’acqua), da rapporto di lavoro subordinato, da multe stradali, da bollette;
  3. 3 anni per la parcella dei professionisti;
  4. 2 anni per i danni derivanti da incidenti stradali.

Naturalmente, c'è da dirlo, ogni richiamo al pagamento da parte di un creditore, pubblico o privato, interrompe la prescrizione.

La tutela del debitore nell'ambito del recupero crediti

Nel paragrafo successivo vedremo quali sono le norme che tutelano il debitore nell'ambito del recupero crediti.

Esistono regole ferree per le società di recupero crediti che operano con i call center.

Questi possono chiamare solo dal lunedì al venerdì prima delle ore 9 del mattino e dopo le 21; il sabato non prima delle 10 del mattino e non dopo le 19.

Le telefonate non possono essere insistenti, né minacciose, né possono prospettare conseguenze che, invece, non sono previste dalla legge (pignoramenti della casa, arrivo dell’ufficiale giudiziario).

18 Aprile 2016 · Andrea Ricciardi




Commenti e domande

Per porre una domanda sul tema trattato nell'articolo (o commentarlo) utilizza il form che trovi più in basso.

2 risposte a “Le norme a tutela del debitore » Dalle centrali rischi fino al pignoramento: breve ma completa rassegna dei diritti che possono essere esercitati”

  1. Rita ha detto:

    A fronte ad un decreto ingiuntivo di un debito presso una società, non avendo la possibilità di saldare il debito e né di poter seguire l’iter dell’opposizione questo è la domanda: conviene arrivare al pignoramento di 1/5 della pensione in cui grava la cessione del quinto decennale di 352€?

    Tale detrazione di 1/5 va fatta sulla metà della pensione, cioè metà di 1352 euro?

    • Ornella De Bellis ha detto:

      La prima parte della domanda conviene arrivare al pignoramento di 1/5 della pensione è ridondante: se lei non può pagare in un’unica soluzione, se percepisce una pensione e il debito esiste, certo, liquido ed esigibile, per cui non sussistono validi motivi di opposizione al decreto ingiuntivo, il pignoramento della pensione non è una scelta di convenienza, ma una conseguenza ineluttabile all’inadempimento.

      Per quanto attiene la seconda parte della domanda, la pensione, che indichiamo con P, va considerata al netto degli oneri fiscali e contributivi, ma al lordo della quota prelevata mensilmente per servire la cessione del quinto.

      Va poi ricordato che l’articolo 545 del codice di procedura civile prescrive che Le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente alla misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile per il 20%.

      Possiamo quantificare la misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà in 672 euro, per fare un esempio di calcolo.

      Pertanto, la quota che sarà prelevata per servire il pignoramento sarà il 20% di (P – 672).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato (ma potrebbe essere utile per soddisfare eventuali esigenze di contatto). I campi obbligatori sono contrassegnati con un (*)


Se il post è stato interessante, condividilo con il tuo account Facebook

condividi su FB

    

Seguici su Facebook

seguici accedendo alla pagina Facebook di indebitati.it

Seguici iscrivendoti alla newsletter

iscriviti alla newsletter del sito indebitati.it




Fai in modo che lo staff possa continuare ad offrire consulenze gratuite. Dona!