Miserie umane ed eredità – spese del funerale e crediti alimentari
Padre, madre e fratelli coltelli. Muoiono i genitori, uno dei fratelli paga i funerali, poi si rivolge al tribunale per ottenere dall'altro la metà delle spese sostenute.
Secondo il ricorrente, infatti, è pacifico che le spese funerarie siano da ricomprendersi fra i pesi ereditari e, pertanto, il coerede che le ha pagate per intero può chiedere agli altri la quota di loro spettanza.
Il contenzioso approda in Corte di Cassazione che, con la sentenza 20559/12, rigetta il ricorso perchè l'altro fratello non aveva accettato l'eredità in maniera espressa, nè poteva essergli attribuita un'accettazione tacita, ovvero un qualsiasi atto che presupponesse necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe avuto il diritto di compiere se non nella qualità di erede.
Secondo i giudici di piazza Cavour, infatti, chi vuole che il congiunto del de cuius paghi i debiti sostenuti per il "caro estinto" deve provare la qualità di erede del soggetto verso il quale accampa la sua pretesa.
Ma, il fratello diciamo "buono", che aveva anticipato le spese per il funerale dei genitori, aveva citato il fratello "cattivo" - prima della morte dell'anziana madre - anche perchè fosse obbligato, ex lege, a corrispondere i crediti alimentari alla comune genitrice. Su questo punto gli ermellini hanno rilevato carenza di legittimazione: la richiesta degli alimenti poteva essere avanzata unicamente dalla signora nei confronti dell'altro figlio (quello cattivo, per intenderci) dal momento che era la madre la sola titolare del diritto da esercitare.
Spese di lite compensate. Rinfacciarsi tra fratelli i soldi spesi per seppellire i genitori, fanno capire gli i giudici di piazza Cavour, non è certo bello né «commendevole».
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