Eredità » Come funziona la successione per conti correnti ed autoveicoli intestati al de cuius: il vademecum

La prassi per la successione di conti correnti ed autoveicoli intestati al de cuius

In materia di eredità, vi presentiamo un piccolo vademecum legato ad alcuni aspetti riguardanti il de cuius: oggi parliamo di successione di conti correnti ed autovetture intestate al soggetto deceduto.

In seguito del decesso di una persona cara, è necessario esplicare alcune pratiche al fine della successione.

A causa del dolore per la morte del proprio parente, spesso non si ha la lucidità per affrontare tutte le procedure che la burocrazia richiede.

Nell'articolo, quindi, vi illustreremo qual è la prassi corretta da eseguire, necessariamente, per quanto riguarda la successione di conti correnti ed autoveicoli.

Quando il conto corrente è intestato al de cuius

Dopo il decesso si apre la successione del conto corrente del de cuius.

Con la successione, i rapporti di conto corrente sono compresi nel patrimonio relitto e sarà trasferita agli eredi, i quali subentrano nella titolarità del rapporto giuridico con la banca oppure nel possesso del saldo contabile maturato sul conto.

Da notare che la successione del conto corrente opera diversamente a seconda che il de cuius fosse l’unico intestatario oppure un cointestatario.

Nel caso di unico intestatario, gli eredi sono tenuti ad avvisare la banca mediante un atto notorio, o dichiarazione sostitutiva, ed a richiedere tutti i rapporti che il de cuius intratteneva con l’istituto di credito, come ad esempio libretti, titoli, polizze.

Inoltre, sono tenuti a restituire tutto quando detenesse il de cuius in forza del contratto di conto corrente, come assegni, carte di credito, bancomat.

In caso di smarrimento, è necessario provvedere ad un blocco del conto, in modo da evitare prelevamenti indesiderati.

Per alcuni istituti di credito la procedura è leggermente più burocratica: è necessario inviare, presso la sede della banca, una raccomandata con ricevuta di ritorno contenente il certificato di morte dell’intestatario del conto corrente, rilasciato dal Comune.

Al contrario, in caso di conto corrente cointestato, è necessario effettuare distinguere tra conto cointestato a firma disgiunta e conto cointestato a firma congiunta.

Nella prima fattispecie, dove ogni cointestatario ha diritto ad effettuare prelievi, gli eredi del defunto, i quali subentrano nella quota di conto corrente, hanno diritto di prelevare dal conto anche a seguito del decesso. Il conto rimarrà quindi aperto e l’intestazione dovrà essere modificata sostituendo, al nome del de cuius, il nome degli eredi.

Al contrario, nel caso di firma congiunta, il prelievo di denaro deve essere effettuato con la firma di tutti i cointestatari, quindi è necessario bloccare il conto corrente sino al momento in cui gli eredi decideranno in merito alla sorte del conto corrente.

Problematiche ricorrenti riguardanti il conto corrente del de cuius

Molto spesso gli eredi incontrano difficoltà nello svincolare somme depositate nel conto corrente del de cuius.

Gli eredi o anche i semplici chiamati all'eredità hanno diritto di conoscere quali siano le giacenze del de cuius (ovvero la persona deceduta) presso le banche o gli istituti di credito.

Per far ciò, dopo aver dimostrato la propria legittimazione tramite un notaio, e l’avvenuta circostanza del decesso, con certificato di morte, gli eredi potranno ottenere notizie dall'istituto di credito su tutti i rapporti con la stessa intrattenuti dal soggetto defunto, come conti correnti, libretti di risparmi, depositi di somme, custodia di titoli, mutui, finanziamenti, ecc.

Vediamo la situazione nel dettaglio.

Dopo aver ricevuto la comunicazione del decesso del titolare del conto corrente molti istituti di credito bloccano il conto e gli altri titoli e non consentono alcuna operazione su di essi.

Si tratta, però, di una normale procedura che serve a garantire alla banca e ai chiamati all'eredità, il rischio di occultamento in via fraudolenta del denaro e dei beni ereditari.

Comunque, per poter rientrare in possesso dei risparmi depositati si deve innanzitutto consegnare alla banca una copia registrata presso l’Agenzia delle Entrate della dichiarazione di successione.

Ancor prima di fare questo, però, è convenevole chiedere alla banca di fare i conteggi di tutte le posizioni già intestate al defunto e in essere alla data del decesso.

E' necessario, inoltre, consegnare agli eredi un documento riepilogativo di questi calcoli contenente gli importi dei conti correnti, dei titoli e dei rivalutati alla data dell'apertura della successione.

Il documento servirà per la compilazione della dichiarazione di successione e andrà allegato a quest'ultima nel momento in cui verrà depositata per la registrazione all'Agenzia delle Entrate.

Dopo aver consegnato all'istituto di credito la dichiarazione di successione, la banca rilascia i risparmi agli eredi, svincolando i conti correnti e i depositi amministrati contenenti tutti i titoli come ad esempio le azioni, le obbligazioni, i fondi comuni di investimento.

Si consiglia vivamente, una volta informata la banca della morte del proprio congiunto, di consegnare a questa anche un certificato di morte rilasciato dal Comune presso il quale è intervenuto il decesso.

Questo perché le banche sono enti privati e nei loro confronti non opera il principio dell'equivalenza delle autocertificazioni fatte dal cittadino in merito ad atti o fatti di sua conoscenza rispetto alle attestazioni rilasciate direttamente dagli enti, cosa che invece è prescritta dalla legge nei confronti degli enti pubblici.

Alcune istituti, poi, in virtù dei rapporti di lunga data con il defunto e i suoi familiari, sono solite consentire la movimentazione dei risparmi agli eredi anche prima della presentazione della dichiarazione di successione, spesso per piccole operazioni.

Si tratta di una pratica spesso legata alla circostanza in cui gli eredi già posseggano già la firma sui conti della persona deceduta.

Quando l'automobile è intestata al de cuius

Un'automobile è un bene mobile registrato che, come qualsiasi altro bene appartenente al de cuius, va in successione.

Essendo, come accennato, l'autovettura un bene mobile registrato, la stessa non potrà essere trasferito per semplice consegna come un bene mobile, ma è necessario, per la sua successione, seguire regole particolari attinenti alla trascrizione del passaggio di proprietà nel pubblico registro automobilistico.

Dunque, e' necessario registrare al P.R.A. (Pubblico Registro Automobilistico) l’accettazione dell’eredita' e aggiornare la carta di circolazione.

Non è possibile richiedere l’aggiornamento dell’intestazione in caso di accettazione tacita dell’eredità in quanto, formalmente, manca l’atto dal quale si evince il trasferimento della proprietà dal de cuius agli eredi, oltre alla loro individuazione

L’erede è tenuto a presentare, quindi, allo sportello ACI (Automobile Club Italia):

  • il certificato di proprietà dell’autovettura;
  • l’accettazione dell’eredità ed, eventualmente, copia/estratto del testamento;
  • la dichiarazione sostitutiva di atto notorio, ai sensi del D.P.R. 445/2000 con la quale si attesta la propria qualità di erede;
  • la carta di circolazione;
  • la nota di presentazione, al PRA (Pubblico Registro Automobilistico), dell’accettazione con indicazione del codice fiscale dell’erede;
  • i modelli predisposti dal PRA;
  • versamenti dei bollettini postali;
  • fotocopia carta d’identità dell’erede.

In caso di mancato aggiornamento dei dati relativi all'intestazione il codice della strada prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa economica variabile.

In caso di più eredi, se solo uno di essi desidera intestarsi il veicolo, è necessario effettuare due successivi passaggi: prima si iscrive il mezzo a nome di tutti gli eredi e poi si trascrive a favore dell'unico erede che intende risultare intestatario del veicolo.

E' peraltro possibile allegare un unico atto di accettazione dell'eredità da parte di tutti gli eredi con contestuale vendita pro quota a favore dell'erede che chiede l'intestazione del veicolo.

Ulteriori informazioni, anche sulla documentazione necessaria, sono disponibili a questo link.

La registrazione è soggetta al pagamento dell'Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT) che varia a seconda del veicolo e della Provincia di residenza.

Alcune Province hanno stabilito riduzioni dell'imposta dovuta.

Maggiori informazioni sulla IPT sono disponibili al seguente link.

La pratica per la trascrizione al PRA dell'accettazione dell'eredità può essere presentata al locale Ufficio Provinciale ACI.

27 Novembre 2014 · Andrea Ricciardi


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Commenti e domande

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2 risposte a “Eredità » Come funziona la successione per conti correnti ed autoveicoli intestati al de cuius: il vademecum”

  1. Anonimo ha detto:

    Mi imbatto in una successione con cassetta sicurezza. Il Notaio ha già redatto il Verbale di apertura avvalendosi di un perito.
    Il mio quesito è: nel quadro ER va compilato un unico inserimento con la Descrizione della banca, del numero della cassetta e del valore complessivo degli oggetti come risultano dalla stima riportata sul Verbale
    senza dettagli (anche perchè non vi è lo spazio nella riga) o gli oggetti vanno inseriti analiticamente ad uno ad uno utilizzando più righe di cespiti con descrizione e singolo valore? Esistono riferimenti regolamentari o esempi. Nelle ISTRUZIONI ministeriali non ho trovato nulla. Grazie. N.Carl.

    • Con la dichiarazione di successione deve essere presentato in allegato, fra gli altri, anche il verbale di apertura della cassetta di sicurezza del de cuius, redatto dal notaio o da un funzionario dell’Agenzia delle entrate. Quindi il quadro ER va compilato senza dettagli: i dettagli l’Agenzia delle Entrate li troverà nell’inventario notarile accluso.

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