Pagamento della consulenza tecnica d’ufficio – Le parti sono solidalmente obbligate indipendentemente da quanto stabilito nella pronuncia giudiziale sulle spese
Poiché la consulenza tecnica d'ufficio rappresenta non un mezzo di prova in senso proprio, ma un ausilio per il giudice e, quindi, un atto necessario del processo che il perito pone in essere nell'interesse generale della giustizia e comune delle parti, il regime del pagamento delle spettanze del medesimo prescinde dalla ripartizione dell'onere delle spese tra le parti contenuto in sentenza, che avviene sulla base del principio della soccombenza e, concernendo unicamente il rapporto fra dette parti, non è opponibile al perito d'ufficio.
Da ciò consegue che le parti sono solidalmente responsabili del pagamento delle relative competenze anche dopo che la controversia, durante la quale il consulente ha espletato il suo incarico, sia stata decisa con sentenza, sia definitiva sia non ancora passata in giudicato, a prescindere dalla ripartizione di dette spese nella stessa stabilita.
Una volta che la controversia sia stata risolta con sentenza che pronunci sulle spese, il perito dell'ufficio può fare valere le sue ragioni direttamente nei confronti di ogni parte in virtù della loro responsabilità solidale, indipendentemente dalla definitiva ripartizione dell'onere delle spese stabilita dal giudice.
Così si sono espressi i giudici della Corte di cassazione con la sentenza 23133/15.
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