Commissione di massimo scoperto – Finalmente cinque banche sotto inchiesta per usura

Usura e appropriazione indebita: sono i reati che la Procura di Savona contesta per ora a cinque banche cittadine, ma l’indagine potrebbe presto allargarsi anche ad altre. Sul fascicolo aperto a quattro mani dal procuratore capo Vincenzo Scolastico e dal “sostituto” Alessandra Coccoli finiranno presto i nomi di rappresentanti legali e direttori dei cinque istituti di credito che la Guardia di Finanza sta accertando.

Il reato ipotizzato è appunto l’usura e nel mirino c’è in particolare la prassi di conteggiare la commissione per il massimo scoperto sui conti correnti (sui fidi e sulle cifre utilizzate extra fido) facendo così lievitare gli interessi passivi a quote imbarazzanti.

Tutto è nato dalla denuncia del titolare di un’azienda nel ramo dei servizi ecologici che, rivolgendosi a uno studio di consulenza fiscale specializzato nel ricalcolo degli interessi bancari, ha scovato oltre un milione di euro indebitamente pretesi dalle banche.

«Abbiamo accertato interessi spaventosi, oltre ogni logica: da pochi punti a decine, anche 80-90% applicati illecitamente su vari conti correnti - accusa Giorgio Vincis, titolare dello studio Vinx che ha curato il ricalcolo - Quella di applicare tassi elevatissimi grazie al “massimo scoperto” è una prassi a dir poco consolidata e mortale per centinaia di imprese ma anche piccoli risparmiatori che ogni tre mesi si ritrovano tartassati da spese e commissioni illegittime di cui spesso non sanno nulla.

La denuncia penale che abbiamo sporto per conto dell'imprenditore per ora riguarda cinque banche ma presto si estenderà ad altre. Il modus operandi di tutte è in fotocopia e tutte hanno contribuito a mandare il mio cliente sul lastrico col rischio di chiudere l’azienda. E tutto è nato dal fatto che le banche approfittano di una circolare della Banca d'Italia che di fatto autorizza la commissione sul massimo scoperto violando la legge. Ma d’altra parte Bankitalia è detenuta dai gruppi bancari che certo non danneggiano se stessi ma puntano ad arricchirsi. È ora di dire basta e ribellarsi».

«Il fascicolo è aperto e riguarda effettivamente cinque banche, l’accusa è di usura per la commissione sul massimo scoperto, più di questo non si può dire per il momento - è l’unico commento del procuratore capo Vincenzo Scolastico - Daremo al più presto incarico a un perito per una consulenza sulla base dei dati forniti dal consulente cui l’imprenditore si è rivolto. Al più presto convocheremo rappresentanti legali e direttori delle banche incriminate per ascoltarli. Abbiamo già disposto che la Guardia di Finanza accerti ruoli e nomi. Di questa circolare di Bankitalia è presto per parlare. Vedremo».

Quello del massimo scoperto è un tema delicato e molto dibattuto nel mondo finanziario e del consumo. Il problema è la legittimità dell'addebito periodico (trimestrale) della commissione che le banche applicano. Questa commissione è stata definita dalla Cassazione come “remunerazione accordata alla banca per la messa a disposizione dei fondi a favore del correntista indipendentemente dall'effettivo prelevamento della somma”.

L’anomalia riguarda il fatto che questi interessi vengono spesso calcolati su tutte le cifre concesse al cliente (con varie forme di fido) con una pericolosa confusione tra cifre utilizzate o semplicemente messe a disposizione. In soldoni se in presenza di un fido di 50 mila euro se ne utilizzano 55 mila, commissione e tasso vengono applicati per intero sui 55 mila con spaventosi ricarichi in termini di spese.

«Ma ci sono molte altre degenerazioni che determinano sempre un danno per il contribuente e hanno già dato vita ad altre inchieste per usura in vari tribunali italiani - conclude il consulente Giorgio Vincis - Personalmente credo sia una materia che dovrebbe dare molto più da fare alla magistratura».

La Procura savonese ipotizza l’usura “perché la ratio della normativa sull’usura, anche a seguito delle modifiche apportate all'articolo 644 del codice penale, è stata proprio impedire che surrettiziamente si possa realizzare una usura lecita attraverso una maliziosa disciplina contrattuale”. E alcune (in particolare una) circolari della Banca d'Italia su questa disciplina del massimo scoperto sembrerebbero propiziare una condizione di vantaggio bancario inaccettabile.

di Dario Freccero

24 Giugno 2008 · Patrizio Oliva


Commenti e domande

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5 risposte a “Commissione di massimo scoperto – Finalmente cinque banche sotto inchiesta per usura”

  1. massimiliano ha detto:

    Mi chiamo Massimiliano Pittelli e mi occupo della ricerca di strategie e tecniche di seduzione ( nel volgo quotidiano e consolidato lo definiamo marketing ) vocate alla presentazione di un pool di professionisti che hanno nel loro Dna la capacità di intervenire e conseguentemente modificare il malvezzo conclamato delle Banche nei confronti di tutti i correntisti italiani.

    Mi pregio pertanto renderVi dotti dell’esistenza di questo gruppo di lavoro che è, e sarà, uno dei pochi contributi italiani alla storia del “malvezzo bancario”.

    Per tal motivo ci rendiamo disponibili a esser contattati per disquisire sull’argomento banche e affini, visto che siamo assertori del fatto che occorre fare il miglior uso possibile del proprio tempo e delle proprie energie ricettive ; selezionando, tra i canali che ci rendono più sensibili e rapidi a cambiare; dando spazio alle visioni più innovative ed eterodosse, e meno a quei media che ci sembrano più propensi alla paralisi culturale e alla narcotizzante logica commerciale.

    Vi invio inoltre una breve presentazione dello Studio per il quale “seduco”, in modo che meglio si possano comprendere le competenze specifiche che siamo in grado di esprimere.

    Lettera di presentazione dello Studio Vinx che inviamo ai potenziali fruitori del nostro servizio

    Con la presente mi pregio informarVi che il nostro Studio, unico certificato in Italia, è specializzato nella rielaborazione degli estratti di conto corrente bancari, mutui, leasing, factoring, derivati/swap, finanziamenti in genere, con analisi e ricalcoli di conti corrente bancari Attivi ed accesi sin dal 1942 e di conti correnti bancari Estinti da non oltre 10 anni.

    Il complesso lavoro di ricalcolo è determinato per contrastare l’oppressione e gli abusi che le banche continuano a perpetrare sui piccoli, medi e grandi imprenditori.

    Il nostro staff composto da validi professionisti e revisori dei conti, rielabora tutti i numeri presenti negli estratti di conto corrente e/o nella documentazione bancaria fornitaci dal cliente, estrapolando sempre ingenti somme che le banche indebitamente trattengono ai loro clienti e riscontrando l’applicazione di alti tassi d’interesse che superano, nella maggior parte dei casi analizzati, anche del 500% il tasso soglia, pertanto tassi usurai.

    A seguito del riscontro di tassi usurai e della conseguente truffa, per le somme indebitamente trattenute, provvediamo a redigere una dettagliata e indiscutibile Relazione Tecnica, evidenziando con numeri e grafici quanto le banche sottraggono e i reali tassi d’interesse che le stesse applicano.

    La suddetta Relazione Tecnica, correlata dai ricalcoli degli estatti conto bancari è necessaria allo Studio Legale, sia per l’impostazione della causa civile e penale, sia per il deposito della stessa in Tribunale quale documento su cui si fonda la causa contro la banca.

    I nostri clienti e gli Studi Legali incaricati delle citazioni in giudizio, vengono costantemente seguiti dai nostri professionisti per tutta la durata della causa, fornendo all’occorenza assistenza contabile, nonché, la Consulenza Tecnica di Parte, altresì, formulando i quesiti necessari al Giudice per la nomina della Consulenza Tecnica d’Ufficio.

    Desideriamo pertanto, con la presente, invitarVi ad esaminare ed approfondire gli argomenti sueposti, anche visitando il nostro sito, nella speranza di poterVi essere utili.

    Ci rendiamo altresì disponibili ad esaminare ed elaborare gratuitamente tutta la Vostra documentazione bancaria relativa ai conti correnti, contratti derivati/swap, leasing, fctoring, mutui e/o finanziamenti.

    Solamente nel caso in cui, a seguito del riscontro di usura, truffa e appropriazione indebita, vogliate procedere citando in giudizio gli Istituti Bancari, Vi sarà presentata una relazione- preventivo contenente il dettaglio dei costi suddiviso per ogni singola banca rielaborata.

    Nel ringraziarVi per l’attenzione prestataci Vi saluto cordialmente.

      Massimiliano Pittelli
    Direttore della comunicazione
    Studiovinx, via S. Caterina da Siena 2/6. 17100 Savona
    Tel cell: 0039.349.52.36.640

  2. Francesco Laforgia ha detto:

    Sembra una questione di poco conto. Invece è una delle tipiche cose che fanno la differenza tra un paese moderno e uno furbetto e un po’ arretrato. Parlo degli interessi per il massimo scoperto. Vale a dire la commissione che il cliente paga quando va in rosso. Su questa questione di “pregiatissima” lana caprina, quattro banche (Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi, Bnl e Unicredit-Banca di Roma) sono state beccate con le mani nella marmellata.

    Chissà perché, come nelle scorribande di ragazzini, a fare le marachelle le banche sono sempre in quattro. Come nel caso delle banche sotto inchiesta per l’affaire derivati ai danni del comune di Milano (in quel caso la banda è formata da Deutsche bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa). Fatto sta che l’Autorità per la concorrenza ha aperto un’istuttoria sulla vicenda “massimo scoperto”, denunciando modalità “non del tutto trasparenti”.

    Le modalità di applicazione, a sentire le accuse, non colpiscono tanto per un comportamento deliberatamente irregolare o illecito. Ma per quella fastidiosa modalità un (bel) po’ furbesca di agire sul mercato ai danni di chi fa fatica a difendersi, cioè i consumatori. Indifesi se non altro per un semplice problema di “asimmetria informativa”: le banche conoscono i costi, sanno quanto stanno “applicando” al servizio, i consumatori no. O molto meno. Il tutto grazie a una strizzatina d’occhio tra i principali colossi bancari.

    Intendiamoci. Non si pensi che si voglia criminalizzare un settore, quello bancario, che molti sforzi ha fatto negli ultimi anni, in termini di modernizzazione, di riorganizzazione aziendale, di internazionalizzazione. E anche di concorrenza. Soprattutto in confronto a quanto è accaduto in altri settori. Proprio per questo però è utile che non si assista più a comportamenti come quello sul massimo scoperto.

    Certo è fondamentale il ruolo regolatore del Pubblico. E proprio in questa rubrica si è sottolineato, in passato, quanto sia folle che l’attuale governo affondi una misura come l’eliminazione delle commissioni sul massimo scoperto, cosi come era prevista nel ddl Bersani, mai approvato. Adesso le banche sotto accusa già annunciano il lancio di nuovi conti bancari che non prevedono le commissioni in caso di rosso. Forse un pentimento, una retromarcia. O forse solo l’applicazione di una misura già predisposta prima della denuncia dell’Antitrust.

    Ma in un momento nel quale una parte consistente degli italiani rischia di andare ogni giorno sotto il saldo “zero”, il governo non può distrarsi. Che si inizi a pensare un po’, almeno un po’, anche al paese.

  3. luigi ha detto:

    ERA ORA!!!!!!!che qualcuno si muovesse per fare piena luce delle varie denuncie fatte dalle persone comuni o sentenze già eseguite dai Tribunali per questi fatti, contro la lobbie di questi strozzini autorizzati con varie complicità nella casta che ci rappresenta nei poteri forti dello STATO(dicasi STATO solo per pochi e non per i molti cittadini comuni che lavorano e producono ricchezze per questi strozzini e delinquenti accondiscendenti)……
    Ma si giungerà…mai a una decisione definitiva?
    Ne dubito….per questo chi vivrà…vedrà!!!!!!!!
    Comunque…Onore allo studio di Consulenza e all’Imprenditore che ha denunciato il tutto…….SIAMO SOLIDALI CON LORO…..FIANCHEGGIANDOLI MORALMENTE, COME CITTADINI CHE VANNO AVANTI CON LE PROPRIE FORZE, contro questi strozzini che per uno scoperto di conto… CHIEDONO IL 100% DI QUELLO CHE HAI…..E A CHI E’ CON LA CASTA….. NON CHIEDONO NULLA ANZI DANNO FAVORI MAGGIORI, perchè amici degli amici………riversando le competenze sui piccoli imprenditori……
    meditate gente…meditate11111111

  4. Dario Freccero ha detto:

    C’è una circolare della Banca d’Italia all’origine della clamorosa inchiesta che la Procura di Savona ha aperto a carico di cinque banche accusate di usura. Questa circolare autorizza gli istituti di credito (tutti) ad applicare la commissione di “massimo scoperto” sulle somme affidate ai correntisti (con le varie forme di fido) che così maturano interessi da usura.

    «Questa circolare è illegittima perché in palese contraddizione con l’articolo 644 del codice penale – spiega il procuratore capo Vincenzo Scolastico – il codice chiarisce che contribuiscono al conteggio dei tassi usurari tutte le voci che non riguardano le tasse e le imposte di bollo, mentre la circolare fa un distinguo inspiegabile e dice che la commissione di massimo scoperto non partecipa al conteggio del tasso usurario. Ripeto, è un’irregolarità evidente che produce effetti pesanti sui correntisti».

    Per capire la natura di questo conflitto non si può non tener conto che Banca d’Italia è controllata al 100% da Banche e Fondazioni bancarie, detentrici della totalità del suo capitale (l’Italia è l’unico caso al mondo dove ciò avviene). E che non vi è alcuna norma che attribuisca alla Banca d’Italia poteri di intervento né sulle metodologie di calcolo né sulla discriminazione degli elementi da includere o escludere nella determinazione del “Teg” (il Tasso effettivo globale) previsto dall’articolo del codice penale sull’usura. In sostanza l’accusa è di aver introdotto, attraverso l’organo che dovrebbe vigilare sulle banche ma che di fatto è controllato dalle stesse, una direttiva in contrasto con le leggi che consente un beneficio economico evidente agli istituti di credito.

    La commissione di massimo scoperto, applicata ogni trimestre, secondo le stime dei consumatori rende da sola 43 miliardi di euro l’anno. «La funzione della Banca d’Italia è quella di rilevare i tassi medi – precisano gli inquirenti – mentre il dovere degli istituti di credito quello di modulare le proprie richieste alla clientela entro i limiti previsti dalla legge, pena il compimento del reato di usura. Ma i ruoli si fraintendono visto che controllore e controllato sono praticamente tutt’uno».

    Ci sono già stati vari tribunali che hanno aperto procedimenti penali per questi motivi e la difficoltà principale è stata contestare ai responsabili l’elemento psicologico del reato. Se indubbiamente il danno c’è per i risparmiatori, non è facile capire a chi contestarlo. Il procuratore di Savona ha chiesto alla Guardia di finanza di identificare legali rappresentanti e direttori di filiale delle cinque banche denunciate (Carisa, Carige, Popolare di Novara, Monte dei Paschi e Lodi) ma potrebbe non bastare.

    I precedenti delle altre inchieste dicono che la strategia degli indagati è stata addebitarsi reciprocamente le colpe facendole rimbalzare da soggetti a soggetti gerarchicamente differenti: dal presidente ai direttori generali, dai responsabili dell’area marketing ai direttori di filiale.

    C’è stato persino chi ha puntato l’indice direttamente sui computer: «E’ il programma preimpostato che calcola da solo gli interessi usurari». «A mio parere rappresentanti legali e direttori di filiali devono risponderne – conclude il procuratore capo Scolastico – c’è anche da dire che su grandi somme la commissione di massimo scoperto, anche solo per poche ore di rosso, matura cifre enormi».

  5. redazione Il Sole24ORE ha detto:

    L’inchiesta per usura a carico di cinque banche prende corpo. Nel mirino della Procura di Savona c’è in particolare una circolare della Banca d’Italia che ha autorizzato la commissione sul massimo scoperto che fa lievitare gli interessi passivi conteggiati dalle banche ai correntisti superando il tasso soglia di usura. «Questa circolare viola la legge – dice il procuratore capo Vincenzo Scolastico – Bankitalia non può disporre una commissione a favore delle banche che, sommandosi alle altre spese, fa maturare interessi usurari. L’articolo 644 del codice penale parla chiaro. Abbiamo disposto accertamenti della Guardia di Finanza proprio per capire sulla base di quale criterio Banca d’Italia ha emanato questa circolare».

    Il conflitto tra la Procura di Savona e l’organo di controllo delle banche, insomma, è scoppiato, anche se lo stesso governatore Mario Draghi aveva definito la commissione di massimo scoperto «un istituto di scarsa trasparenza».

    L’inchiesta giunge in un momento in cui si discute sull’opportunità di abolire la commissione . Ne ha parlato oggi, nella sua relazione, anche il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà che ha chiesto che venga eliminata in quanto si tratta di «una prassi iniqua e penalizzante per i risparmiatori e per le imprese»..

    Tutto è nato dalla denuncia del titolare di un’azienda nel ramo dei servizi ecologici che, rivolgendosi a uno studio di consulenza fiscale specializzato nel ricalcolo degli interessi bancari, ha scovato oltre un milione di euro indebitamente pretesi dalle banche.

    «Abbiamo accertato interessi spaventosi, oltre ogni logica: da pochi punti a decine, anche 80-90% applicati illecitamente su vari conti correnti – accusa Giorgio Vincis, titolare dello studio Vinx che ha curato il ricalcolo – Quella di applicare tassi elevatissimi grazie al “massimo scoperto” è una prassi a dir poco consolidata e mortale per centinaia di imprese ma anche piccoli risparmiatori che ogni tre mesi si ritrovano tartassati da spese e commissioni illegittime di cui spesso non sanno nulla. La denuncia penale che abbiamo sporto per conto dell’imprenditore per ora riguarda cinque banche ma presto si estenderà ad altre. Il modus operandi di tutte è in fotocopia e tutte hanno contribuito a mandare il mio cliente sul lastrico col rischio di chiudere l’azienda. E tutto è nato dal fatto che le banche approfittano di una circolare della Banca d’Italia che di fatto autorizza la commissione sul massimo scoperto violando la legge. Ma d’altra parte Bankitalia è detenuta dai gruppi bancari che certo non danneggiano se stessi ma puntano ad arricchirsi. È ora di dire basta e ribellarsi».

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