famiglia separazione e divorzio - assegnazione casa e assegno di mantenimento coniuge separato o divorziato


Separazione e divorzio » se il coniuge obbligato muore e la casa passa di proprietà, si estingue il diritto di abitazione derivante del provvedimento giudiziale di assegnazione della casa coniugale?

17 Gennaio 2018 - Marzia Ciunfrini


L'assegnazione della casa coniugale, intervenuta con il provvedimento giudiziale di separazione o divorzio, e di cui il coniuge obbligato è proprietario, comproprietario, anche in comunione con altri è, secondo le norme vigenti, espressamente condizionata soltanto all'interesse dei figli. La Corte di cassazione, già con la sentenza 23591/2010, ha infatti ribadito che la scelta cui il giudice è chiamato non può prescindere dall'affidamento dei figli minori o dalla convivenza con i figli maggiorenni non ancora autosufficienti che funge da presupposto inderogabile dell'assegnazione. L'assegnazione della casa familiare è, in definitiva uno strumento di protezione della prole e non può conseguire altre e diverse finalità. Di conseguenza, intervenuto il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario in esclusiva della prole, il terzo successivo acquirente è tenuto, negli stessi limiti di durata nei quali è a lui opponibile il provvedimento stesso (novennale se non trascritto, se trascritto, oltre i nove anni, [ ... leggi tutto » ]


Come il coniuge beneficiario può riscuotere coattivamente l’assegno di mantenimento dal coniuge obbligato inadempiente ex articolo 156 del codice civile, senza effettuare il pignoramento presso il datore di lavoro o l’inps

2 Gennaio 2018 - Ornella De Bellis


L'articolo 156 del codice civile stabilisce che, in caso di inadempienza, su richiesta dell'avente diritto, il giudice può ordinare ai terzi, tenuti a corrispondere anche periodicamente somme di danaro all'obbligato, che una parte di esse venga versata direttamente agli aventi diritto. In particolare, poi, l'articolo 8 della legge 898/1970 dispone che il coniuge cui spetta la corresponsione periodica dell'assegno di mantenimento, dopo la costituzione in mora a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento del coniuge obbligato e inadempiente per un periodo di almeno trenta giorni, può notificare il provvedimento in cui è stabilita la misura dell'assegno ai terzi tenuti a corrispondere periodicamente somme di denaro al coniuge obbligato con l'invito a versargli direttamente le somme dovute, dandone comunicazione al coniuge inadempiente. In conseguenza ad alcune sentenze della Corte Costituzionale (144/1983, 5/1987), gli effetti dell'articolo 156 del codice civile si applicano anche a favore dei figli di coniugi consensualmente separati nonché [ ... leggi tutto » ]


Se prima dell’assegnazione giudiziale della casa familiare il coniuge proprietario vende l’immobile

5 Novembre 2017 - Annapaola Ferri


Può il coniuge separato, che ha visto riconosciuto il diritto di abitare la casa coniugale, con la figlia minore, chiedere di veder riconosciuto il riconoscimento di tale diritto fino al raggiungimento dell'indipendenza economica della figlia, qualora il provvedimento giudiziale di assegnazione sia stato trascritto dopo la conclusione del contratto di compravendita? Alla domanda hanno dato risposta i giudici della Corte di cassazione con la sentenza 25835/2017, concludendo che al proprietario dell'immobile non è opponibile, oltre i nove anni, il provvedimento giudiziale di assegnazione trascritto successivamente al contratto di compravendita. [ ... leggi tutto » ]


Separati in casa? nessuna omologazione giudiziale di una situazione che si potrebbe prestare ad operazioni elusive e ad accordi simulatori, con finalità anche illecite

4 Settembre 2017 - Ornella De Bellis


Sul piano personale i coniugi hanno facoltà di comportarsi e autodeterminarsi come meglio credono: la loro volontà, anche nella sfera personale e familiare, non può però scegliere la forma da dare al proprio stile di vita al punto di piegare gli istituti giuridici sino a dare riconoscimento e tutela a situazioni le quali non solo non sono previste dall'ordinamento, ma si pongono in contrasto con i principi che ispirano la normativa in materia familiare. E' vero che in costanza di matrimonio il dovere alla convivenza può essere derogato, per accordo tra i coniugi, nel superiore interesse della famiglia, per ragioni di lavoro o di studio; ma ciò non autorizza a ritenere il contrario, cioè ad affermare la validità di un accordo (con le conseguenze di legge della separazione) volto a preservare e legittimare la mera coabitazione una volta che sia cessata la comunione materiale e spirituale tra le parti. Più [ ... leggi tutto » ]


Nessun diritto all’assegno divorzile per l’ex coniuge che forma una nuova famiglia di fatto, anche se la convivenza viene successivamente meno

4 Settembre 2017 - Marzia Ciunfrini


L'instaurazione da parte del coniuge divorziato di una nuova famiglia, anche se di fatto, rescindendo ogni connessione con il tenore ed il modello di vita caratterizzanti la pregressa fase di convivenza matrimoniale, fa venire definitivamente meno ogni presupposto per la riconoscibilità dell'assegno divorzile a carico dell'altro coniuge. Con la formazione di una nuova famiglia di fatto, il diritto all'assegno divorzile non entra in stato di quiescenza, ma resta definitivamente escluso: infatti, la formazione di una famiglia di fatto, è espressione di una scelta esistenziale, libera e consapevole, che si caratterizza per l'assunzione piena del rischio di una cessazione del rapporto e, quindi, esclude ogni residua solidarietà post matrimoniale con l'altro coniuge, il quale non può che confidare nell'esonero definitivo da ogni obbligo. Ciò vale anche se, successivamente, la convivenza viene meno, dal momento che il diritto all'assegno divorzile è stato già definitivamente eliso e su tale aspetto risultano irrilevanti le [ ... leggi tutto » ]