consigli ed avvisi utili


Le telefonate e gli sms degli addetti al recupero crediti possono integrare il reato di molestia o disturbo al debitore

30 Settembre 2016 - Lilla De Angelis


Abbiamo spesso invitato i debitori a rivolgersi all'Autorità giudiziaria con un esposto denuncia a fronte delle insistenti telefonate effettuate dagli addetti al recupero crediti che si reiterano nel tempo, anche dopo la chiara diffida verbale del debitore ad astenersene. Il diritto del debitore a non essere molestato via telefono, o attraverso SMS, poggia sull'articolo 660 del Codice penale che configura il reato di molestia o disturbo alle persone. Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a euro 516. Anche la giurisprudenza della Corte di cassazione si è spesso occupata di chiarire in dettaglio i termini di sussistenza del reato di molestia o disturbo alle persone. Fra le altre, la sentenza 2314/1992 (sezione penale) ribadisce che, ai fini della [ ... leggi tutto » ]


Le norme a tutela del debitore » dalle centrali rischi fino al pignoramento: breve ma completa rassegna dei diritti che possono essere esercitati

18 Aprile 2016 - Andrea Ricciardi


Le norme a tutela del debitore » Dalle centrali rischi fino al pignoramento: breve ma completa rassegna dei diritti che possono essere esercitati Nell'articolo che segue vogliamo evidenziare, esponendole quasi completamente, le più importanti norme, secondo la legislazione italiana, che si pongono a tutela del debitore: dalla segnalazione in centrale rischi passando al pignoramento fino alle società di recupero crediti. Come noto non esiste, nel nostro Paese, una carta fondamentale contenente con i diritti del debitore. Molte sono, però, le norme che stabiliscono alcune garanzie inderogabili in favore di chi è moroso e non ha adempiuto alle proprie obbligazioni. Le opinioni, comunque, sono assai contrastanti. Se da una parte si decanta il fatto che l'Italia tuteli più i debitori che i creditori, dall'altra ci si lamenta della vessazione, quasi totale, di fisco, lobby e amministrazioni. Gli oneri, naturalmente, sono parecchi e onerosi. Ma se non paghi che succede? Quali sono [ ... leggi tutto » ]


Recupero crediti e violenza al debitore – differenza fra esercizio arbitrario delle proprie ragioni ed estorsione

13 Aprile 2016 - Patrizio Oliva


I reati di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e di estorsione si distinguono in relazione all'elemento psicologico: nel primo, l'agente persegue il conseguimento di un profitto nella convinzione ragionevole, anche se infondata, di esercitare un suo diritto, ovvero di soddisfare personalmente una pretesa che potrebbe formare oggetto di azione giudiziaria. Nell'estorsione, invece, l'agente persegue il conseguimento di un profitto, pur nella consapevolezza di non averne diritto. Tuttavia, l'elevata intensità o gravità della violenza o della minaccia non può, di per sè, legittimare la qualificazione del fatto come estorsione, dal momento che il legislatore prevede che pure l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni possa essere, al pari dell'estorsione, aggravato dall'uso di armi. Vale il seguente principio di diritto: non ricorre il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza o minaccia alle persone, bensì quello di estorsione, qualora l'agente, pur esercitando la propria azione intimidatrice per coartare il pagamento di un [ ... leggi tutto » ]


Il notaio che accetta l’incarico deve pubblicare e trascrivere l’atto anche se il cliente non anticipa le spese necessarie

9 Dicembre 2015 - Marzia Ciunfrini


Il notaio ha la facoltà di rifiutare la propria prestazione professionale se le parti non depositino presso di lui le somme necessarie per le tasse, l'onorario e le spese, ma, una volta che abbia comunque accettato di eseguire la prestazione richiestagli e di ricevere l'atto, il mancato pagamento di tali importi non lo autorizza a sottrarsi all'obbligo di provvedere alle formalità susseguenti. Insomma, una volta accettato l'incarico notarile, nè il mancato pagamento da parte del cliente degli importi dovuti per tasse e trascrizione e neppure (a maggior ragione) il mancato perfezionamento della liquidità dei titoli rilasciati per il medesimo pagamento possono consentire al professionista di ritardare la dovuta tempestiva trascrizione. Il codice civile impone al notaio di provvedere alle formalità di pubblicazione e trascrizione dell'atto ricevuto (e voluto ricevere anche in assenza e/o carenza del versamento dovuto dal cliente) nel più breve tempo possibile e, quindi, senza alcun inescusabile indugio. [ ... leggi tutto » ]


Diffida ad adempiere e risoluzione del contratto

10 Settembre 2015 - Loredana Pavolini


Colui che eccepisce l'inadempienza contrattuale dell'altro contraente, non per questo invoca la risoluzione del contratto, ma manifesta solo di volersi astenere temporaneamente dall'adempimento, fino a quando l'altro contraente non abbia adempiuto o comunque abbia offerto di adempiere la propria obbligazione. Dalla diffida ad adempiere rimasta infruttuosa non scaturisce la risoluzione del contratto quando anche il diffidante sia inadempiente, posto che l'inadempimento dello stesso priva di giuridica rilevanza quello del diffidato. In pratica, l'intimazione, da parte del creditore, della diffida ad adempiere (articolo 1454 del codice civile) e l'inutile decorso del termine fissato per l'adempimento non eliminano la necessità dell'accertamento giudiziale della gravità dell'inadempimento, e non comportano, automaticamente, la risoluzione del contratto. Infatti, a seguito della diffida ad adempiere senza esito, intimata dalla parte asseritamente adempiente, il giudice deve comunque valutare, ai fini della risoluzione del contratto, la sussistenza degli estremi, soggettivi e oggettivi, dell'inadempimento a carico della controparte; in particolare, [ ... leggi tutto » ]