famiglia monoparentale e di fatto - unioni civili - diritto separazione e divorzio


Divorzio – il diritto dell’ex coniuge ad una quota del tfr

14 Settembre 2010 - Antonella Pedone


Divorzio: il diritto dell'ex coniuge ad una quota del TFR In caso di divorzio, l'ex coniuge ha diritto al 40% del TFR percepito dall'altro dopo la proposizione della domanda di divorzio. L'articolo 12-bis della legge 898/70 stabilisce che il coniuge nei cui confronti sia stata pronunciata sentenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ha diritto, se non passato a nuove nozze e in quanto sia titolare di assegno di mantenimento divorzile, ad una percentuale dell'indennità di fine rapporto (TFR) percepita dall'altro coniuge all'atto della cessazione del rapporto di lavoro, anche se l'indennità viene a maturare dopo la sentenza di divorzio. Tale percentuale è pari al quaranta per cento dell'indennità totale riferibile agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio. Non può richiedersi la quota di TFR se la corresponsione dell'assegno di mantenimento in sede di divorzio è stata concordata in unica [ ... leggi tutto » ]


Separazione dei coniugi – l’assegno di mantenimento è dovuto dal giorno della domanda

14 Settembre 2010 - Antonella Pedone


In materia di separazione, l'assegno di mantenimento è dovuto dal giorno della domanda, anche se la sentenza che lo prevede è successiva. L'assegno di mantenimento a favore del coniuge, stabilito in sede di separazione personale, decorre dalla data della relativa domanda, in applicazione del principio per il quale un diritto non può restare pregiudicato dal tempo necessario per farlo valere in giudizio. Tale decorrenza sussiste anche se la sentenza non abbia espressamente sancito la retroattività dell'assegno, o abbia stabilito solo che esso debba essere corrisposto alla fine di ogni mese, trattandosi di modalità riguardanti l'adempimento periodico delle prestazioni non ancora maturate, che non implica dispensa per quelle dovute per il passato e ancora non adempiute. Ad ogni modo, affinchè l'obbligo di corrispondere il mantenimento decorra dalla data della domanda, è necessario che in tale data sussistano i presupposti per il mantenimento stesso, ossia l'inadeguatezza patrimoniale di un coniuge e la [ ... leggi tutto » ]


Divorzio e nuovo matrimonio – il divieto temporaneo di nuove nozze

13 Settembre 2010 - Antonella Pedone


La donna non può contrarre un nuovo matrimonio prima di trecento giorni dal divorzio. L'articolo 89 del codice civile prevede che la donna non possa contrarre un nuovo matrimonio se non dopo trecento giorni dallo scioglimento, dall'annullamento o dalla cessazione degli effetti civili del precedente matrimonio. Questo divieto non si applica quando: il divorzio è stato pronunciato a seguito di separazione giudiziale o separazione consensuale, oppure a seguito di separazione di fatto iniziata almeno 2 anni prima del 18 dicembre 1970; il matrimonio è stato dichiarato nullo per impotenza, anche soltanto a generare, di uno dei coniugi. Al di fuori di questi casi, è possibile chiedere al Tribunale l'autorizzazione a sposarsi prima di trecento giorni, qualora: sia inequivocabilmente escluso lo stato di gravidanza; risulti da sentenza passata in giudicato che il marito non ha convissuto con la moglie nei trecento giorni precedenti lo scioglimento, l'annullamento o la cessazione degli effetti [ ... leggi tutto » ]


Divorzio e assegno divorzile

13 Settembre 2010 - Antonella Pedone


L'assegno divorzile è previsto dall'articolo 5 della legge sul divorzio numero 898 del 1970. Il presupposto per applicare l'assegno divorzile ricorre quando un coniuge (o meglio ex coniuge) non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive. Qualora vi sia questo presupposto, il Tribunale disporrà che il coniuge "forte" versi a favore dell'altro un assegno per il suo mantenimento. Come si quantifica tale assegno? In base alla legge, i criteri a cui fare riferimento sono i seguenti: condizioni dei coniugi ragioni del divorzio contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune reddito di entrambi durata del matrimonio L'assegno  divorzile ha diverse funzioni, ovvero: 1) funzione assistenziale. Esso cioè vuole evitare che il divorzio sia causa del peggioramento dello stile di vita di uno dei coniugi. 2) funzione risarcitoria. Esso tende a risarcire i danni [ ... leggi tutto » ]


Separazione ed assegnazione della casa coniugale – mancata impugnazione e modificabilità del provvedimento

13 Settembre 2010 - Antonella Pedone


Il provvedimento di assegnazione della casa coniugale può essere modificato in sede di appello, anche se non è stato oggetto di specifica impugnazione, per circostanze sopravvenute. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione, con la sentenza del 28.04.2010 numero 10222. In particolare la Corte ha ritenuto che il trasferimento dell'unico figlio in altra città, con suo allontanamento dalla casa coniugale, può comportare la modifica del provvedimento di assegnazione. Al riguardo si osserva che il presupposto indefettibile per l'assegnazione della casa coniugale al coniuge non titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale è costituito dalla presenza di figli minori ancora economicamente non autosufficienti. L'assegnazione della casa, per altro, può avere una forte incidenza in sede di determinazione dell'assegno divorzile. Conseguentemente, se viene meno il presupposto della convivenza dei figli, l'assegnazione della casa coniugale può ben essere revocata. In questo caso, se l'assegnazione era stata disposta anche ad integrazione [ ... leggi tutto » ]