Cartella esattoriale – proposte nuove soglie minime di debito per fermo amministrativo ed iscrizione ipotecaria

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

Le proposte arrivano dalla Commissione Finanze della Camera. Provvedimenti a tutela delle imprese in difficoltà sono stati sollecitati dalla risoluzione approvata in Commissione finanze con un voto "bipartisan" e potrebbero diventare un emendamento al prossimo decreto sullo sviluppo.

La domanda che ci si pone è la seguente: le misure finalizzate ad attenuare l'invasività degli strumenti di riscossione coattiva di cui dispone Equitalia, saranno estese anche ai cittadini o saranno riservate alle sole imprese?

Importo limite per il Fermo amministrativo

Dovrebbe essere fissata a 2mila euro la soglia limite degli importi  iscritti a ruolo perchè Equitalia possa procedere al fermo amministrativo (ganasce fiscali) dei veicoli di proprietà del debitore.

Ipoteca esattoriale - nuova soglia limite per poter procedere all'iscrizione ipotecaria

Dovrebbe essere elevata a 20mila euro la soglia limite di importo iscritto a ruolo per poter iscrivere ipoteca esattoriale (attualmente la soglia è di 8mila euro). Qualora il contribuente debitore risulti proprietario solo della prima casa, l’iscrizione ipotecaria dovrebbe essere preceduta da una comunicazione che assegni un termine di 30 giorni per effettuare il pagamento.

Anatocismo nel calcolo degli interessi moratori

Dovrebbe essere esclusa ogni forma di anatocismo dal calcolo degli interessi per ritardato pagamento degli importi iscritti a ruolo.  Si eliminerebbe così  il meccanismo perverso dell'anatocismo, ovvero l’applicazione di ulteriori interessi su quelli già maturati per il mancato pagamento dei debiti tributari.

Multe

I Comuni dovrebbero provvedere autonomamente a riscuotere le multe e i tributi locali, anziché affidare l’incarico a Equitalia. Quest’ultima dovrà concentrarsi esclusivamente sui crediti di natura tributaria e contributiva.

6 Giugno 2011 · Andrea Ricciardi


Commenti e domande

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6 risposte a “Cartella esattoriale – proposte nuove soglie minime di debito per fermo amministrativo ed iscrizione ipotecaria”

  1. CARLA ha detto:

    ho ricevuto una cartella della serit per 1300,00 euro con avviso che se entro 20 giorni non pago mi viene registrato il fermo amministrativo sull’auto a me intestata. Ricordo, però, che recentemente ho sentito in tv di una nuova norma che revoca questo diritto alle agenzie di credito. Volevo indicazioni in merito. Volevo inoltre sapere se posso fare ricorso contro il fermo, avendo in famiglia un unica autovettura ed avendo un bimbo di 4 anni e mezzo che si sottopone periodicamente a kemioterapia e settimanalmente deve recarsi in ospedale per i controlli.
    Grazie anticipatate

  2. gianni panuccio ha detto:

    Con l’emendamento in discussione al Parlamento vengono introdotte novità significative per gli addetti alla riscossione privati iscritti all’albo previsto dall’articolo 53 del Dlgs 446/97, comprese le società miste costituite dai Comuni.

    Si prevede, infatti, che per questi soggetti non operino più le possibilità di accesso alle informazioni necessarie per poter effettuare la riscossione coattiva e gestire le attività esecutive. Infatti, tutto l’impianto normativo che avrebbe dovuto consentire l’accesso diretto o mediato a informazioni essenziali viene ridimensionato per i Comuni e le loro aziende e reso non disponibile per tutti gli altri operatori. Sembrerebbe, a una prima lettura, che questi soggetti non abbiano più alcun accesso privilegiato a informazioni relative ai propri debitori e quindi possano acquisirle come un qualsiasi privato, con le relative difficoltà e con tutti gli oneri conseguenti. Una fonte informativa indiretta potrebbe essere costituita dal Comune committente, ma anche in questo caso non sono escluse notevoli difficoltà determinate dall’obbligo del rispetto delle norme sulla riservatezza dei dati personali.

    Il secondo aspetto riguarda invece l’esclusione della possibilità di utilizzare le procedure e gli strumenti di esecuzione forzata previsti dal Dpr 602/73, ma di poter utilizzare esclusivamente le procedure previste dal Rd 639/1910. Il primo aspetto evidente è che i riscossori privati non potranno utilizzare strumenti come il fermo auto e l’accesso diretto al pignoramento di beni mobili (compresi stipendio o crediti) presso terzi. Le procedure previste dal Rd 639/10, che peraltro risultano quasi inutilizzate da oltre vent’anni, sono quelle classiche del pignoramento mobiliare e del pignoramento immobiliare. Appaiono, dal punto di vista formale, del tutto simili a quelle stabilite dal Dpr 602/73, ma sono molto più complesse e onerose dal punto di vista procedurale, in quanto richiedono l’intervento dell’ufficiale giudiziario e, nel caso degli immobili, del giudice.

    Anche la vendita dei beni pignorati appare molto più complessa ed onerosa.

    Sicuramente preoccupante è l’impatto che l’emendamento avrà sui contratti in essere e sulle procedure di gara da mettere in cantiere per fine anno. La maggior parte dei contratti in essere è basata su una remunerazione ad aggio con minimo garantito per il Comune. A fronte di un provvedimento che riduce drasticamente gli strumenti e le informazioni per gli atti esecutivi e amplia in maniera sostanziale le tempistiche, i concessionari si troveranno sicuramente in difficoltà a rispettare i livelli di riscossione.

    Sorprendente appare poi la discriminazione nei confronti delle società miste. La partnership pubblico/privato è stata voluta dalla Commissione europea, che la considera una delle soluzioni preferibili, e il fatto che vi siano stati episodi negativi non può giustificare l’intervento.

    Se le proposte di emendamento diventeranno legge, i Comuni che ritengono l’esternalizzazione l’ unica soluzione percorribile potrebbero affidare all’esterno solo le attività di supporto alla riscossione coattiva e alle azioni esecutive, mantenendo la titolarità della funzione e quindi la possibilità di accedere alle informazioni e di utilizzare le procedure del Dpr 602/73. Una soluzione con qualche complicazione e che richiede un controllo costante del Comune su tutte le attività sviluppate dall’appaltatore.

  3. giovanni dell'oste e cristiano parente ha detto:

    Ci sono volute le proteste di piazza per risvegliare l’attenzione del Parlamento sulla riscossione delle tasse. A pochi giorni dal 1° luglio – anno zero dell’accertamento esecutivo – la commissione Finanze della Camera ha messo a punto un pacchetto di emendamenti che puntano a riequilibrare i rapporti di forza tra esattori e contribuenti, ma non accontentano i professionisti e le categorie produttive.

    L’esame in Aula delle correzioni al decreto Sviluppo è in calendario da domani. L’impressione, però, è che questa volta il fisco voglia tirare dritto sul principio del solve et repete. Come dire: «Ti accuso di aver evaso le imposte: prima paga, poi ne parliamo».
    Con gli avvisi di accertamento esecutivi, una volta ricevuta la notifica, il presunto evasore avrà solo 60 giorni di tempo per decidere se pagare o fare ricorso. E anche in questo secondo caso non potrà temporeggiare troppo a lungo: potrà chiedere la sospensione del versamento, ma se il giudice tributario non gli dirà di sì entro 180 giorni, sarà costretto a saldare il debito. Con le buone o con le cattive, subendo ad esempio un pignoramento sul conto corrente.

    Il problema è che le commissioni tributarie sono molto lente a concedere la sospensione, anche per il timing imposto dalle norme processuali. L’unica statistica disponibile dice che ci vogliono in media 184,6 giorni. Ma è facile intuire che i tempi possono essere molto più lunghi. E il dato, oltretutto, non tiene conto del prevedibile boom di richieste che arriveranno sul tavolo dei giudici dal 1° luglio in poi.
    Nei giorni scorsi era circolata l’ipotesi di applicare il silenzio-assenso alle istanze di sospensiva. Una soluzione che, di fatto, avrebbe rinviato il pagamento almeno fino alla sentenza di primo grado. Scartata questa ipotesi, rimangono le misure proposte contro i giudici-lumaca: il ritardo è illecito disciplinare, può causare la rimozione dall’incarico in caso di recidiva e deve essere segnalato alla Corte dei conti per l’eventuale danno erariale. Provvedimenti, questi ultimi, sicuramente efficaci contro la scarsa produttività dei singoli magistrati, ma non adatti a contrastare i problemi strutturali della giustizia tributaria.

    L’unico alleggerimento, per chi viene accusato di aver evaso le tasse, è la possibilità di pagare di meno – un terzo anziché la metà – contenuta in un altro degli emendamenti al decreto. Così, chi riceverà un avviso da 1.500 euro e non otterrà la sospensiva in tempo utile, dovrà pagare 500 euro anziché 750, in attesa di capire se la pretesa del fisco era fondata o no.

    Il testo licenziato dalle Commissioni contiene poi altre misure che ridisegnano la riscossione, alleviando alcuni dei punti più contestati. Come ad esempio il blocco dell’anatocismo fiscale, in base al quale gli interessi sui tributi possono generare altri interessi. O come il divieto di ipotecare l’abitazione principale per un debito tributario inferiore a 20mila euro. O, ancora, come lo stop alle “ganasce fiscali” per gli importi fino a 2mila euro, che potranno essere riscossi solo dopo due avvisi postali, inviati ad almeno sei mesi di distanza l’uno dall’altro.

    Proprio lo strumento del preavviso – esteso anche alle ipoteche – diventa uno dei punti salienti del nuovo fair play tra Equitalia e i contribuenti, insieme alla maggiore facilità di diluire il debito. Non è un caso che lo stesso direttore delle Entrate, Attilio Befera, abbia citato alla Camera il dato di 1,14 milioni di rateazioni concesse.

    Le nuove regole, del resto, arrivano dopo una stagione di forti proteste nei confronti degli esattori, a partire da quella dei pastori sardi. Proteste che riflettono i risultati della riscossione: è innegabile che negli ultimi anni lo Stato abbia recuperato di più e meglio rispetto al passato con 9,1 miliardi nel 2010 contro 6,9 nel 2008. Merito di Equitalia, che si è rivelata più incisiva dei suoi predecessori. E degli strumenti legislativi, che sono stati potenziati o, semplicemente, utilizzati di più. Valga per tutti il caso dei pignoramenti presso terzi (cioè le banche), balzati l’anno scorso a 133mila.

    Tra crisi economica ed esigenze di finanza pubblica, chi scrive le leggi (e ancora di più chi le applica) si muove su uno strato di ghiaccio molto sottile. Per rendersene conto basta leggere il Rapporto di coordinamento della finanza pubblica della Corte dei conti. È vero che gli importi riscossi sono aumentati, ma le principali possibilità di recupero legate alla migliore gestione dei vecchi debiti ormai sono state sfruttate. Inoltre – rilevano i giudici contabili – il grosso delle maggiori entrate tributarie inserite nel bilancio di previsione dipende dalla lotta all’evasione. Tenere alta la guardia sul fronte della riscossione, quindi, significa “avverare” le ipotesi di incasso, evitando di dover alzare le tasse ai contribuenti onesti o fare altri tagli alla spesa pubblica.

    Le modifiche all’esame dell’Aula

    TEMPI PIÙ LUNGHI

    La richiesta di sospensiva sugli avvisi di accertamento esecutivi che scatteranno dal prossimo 1° luglio va verso un congelamento dell’obbligo di pagamento per un periodo più lungo. Gli emendamenti al Dl Sviluppo puntano a estendere la tutela dai 120 giorni attualmente previsti a 180. Dopodiché, se il giudice non ha ancora deciso sull’istanza proposta, il contribuente sarà chiamato a pagare

    CASA A RISCHIO OLTRE 20MILA EURO

    Rimodulate le soglie di debito oltre le quali l’agente della riscossione può ipotecare la casa e gli altri immobili del contribuente: 8mila euro è l’importo base a partire dal quale può scattare l’ipoteca, che sale però a 20mila euro se la casa è l’abitazione principale del contribuente o se il debito con il fisco è contestato (o ancora contestabile) davanti a una commissione tributaria. Gli stessi importi valgono come limite per l’espropriazione immobiliare: con un debito sotto i 20mila euro, quindi, non si potrà perdere la prima casa.

    BOCCIATO L’ANATOCISMO FISCALE

    La commissione Finanze della Camera ha messo nel mirino il fenomeno degli incrementi di interessi sugli interessi, il cosiddetto anatocismo fiscale. Uno degli emendamenti propone di applicare gli interessi di mora – al tasso determinato ogni anno dal ministero dell’Economia e delle finanze – solo sulle somme iscritte a ruolo. Sarebbero escluse, in questo modo, le sanzioni pecuniarie tributarie e gli interessi

    INTERESSI PIÙ CONTENUTI

    Oltre allo stop all’anatocismo fiscale, è in arrivo un taglio agli interessi applicati al versamento, alla riscossione e al rimborso dei tributi. Oggi il ministero dell’Economia può fissare un tasso – anche differenziato – fino al 3% più alto del saggio legale di interesse individuato in base all’articolo 1284 del Codice civile. La proposta di modifica riduce questo “spread” all’1 per cento

    GLI ACCERTAMENTI NON DEFINITIVI

    Gli emendamenti mirano a ridurre le somme da iscrivere provvisoriamente a ruolo se l’accertamento non è ancora definitivo. È quanto avviene, ad esempio, in caso di impugnazione. Se la norma entrerà in vigore, anche per gli accertamenti esecutivi dal 1° luglio bisognerà pagare non più la metà, ma un terzo di quanto dovuto (salvo poi saldare il resto quando se l’atto diventerà definitivo)

    IL PREAVVISO DI IPOTECA

    Niente più ipoteche a sorpresa. Con gli emendamenti si punta a estendere l’esperienza dei preavvisi di fermo anche ad altre misure cautelari. Se la norma andrà in porto, l’agente della riscossione prima di iscrivere ipoteca sui beni immobili del contribuente, dovrà preallertare il diretto interessato. L’agente sarà chiamato a inviare una comunicazione con l’avviso che, in assenza di pagamento delle somme dovute entro il termine di 30 giorni, si procederà con l’iscrizione dell’ipoteca

    DOPPIO SOLLECITO PER I DEBITI MINORI

    Si va verso un allentamento delle “ganasce fiscali”. Se passa l’emendamento, in tutti i casi di riscossione coattiva di debiti fino a 2mila euro, le azioni cautelari ed esecutive dovranno essere precedute dall’invio per posta ordinaria di due solleciti di pagamento, distanziati di almeno sei mesi. La norma, comunque, riguarda solo le procedure che saranno avviate dopo l’entrata in vigore della legge di conversione

    CANCELLAZIONE GRATUITA DEL FERMO

    Tra gli emendamenti al Dl Sviluppo spunta anche un’agevolazione per chi ha subìto un fermo amministrativo su beni mobili registrati (come, ad esempio, auto, barche e aerei). Una volta approvata la modifica, in caso di cancellazione del fermo, il contribuente non sarà più tenuto al pagamento di spese né all’agente della riscossione né all’Aci-Pra o ai gestori degli altri pubblici registri

  4. giuseppe manfredi ha detto:

    Equitalia e le società da essa partecipate non potrannno effettuare attività di accertamento, liquidazione e riscossione delle entrate tributarie dei comuni e delle società partecipate. Lo prevede il decreto sviluppo licenziato in commissione alla Camera. La settimana prossima la fiducia.

    Mai più cartelle pazze e ganasce fiscali per multe automobilistiche di 100 euro o una rata Ici di piccola entità. È questa la principale conseguenza di uno dei due emendamenti al decreto sviluppo approvato martedì notte alle Commissioni finanze e bilancio della Camera dai relatori, Giuseppe Marinello (Pdl) e Maurizio Fugatti (Lega), con l’assenso del governo. Sul provvedimento (>> la bozza del d.l. sviluppo) è prevista anche oggi la discussione in aula e il voto (probabilmente con la fiducia) la settimana prossima. La proposta di modifica esclude che Equitalia e le società da essa partecipate possano effettuare attività di accertamento, liquidazione e riscossione delle entrate tributarie dei comuni e delle società partecipate: dunque multe automobilistiche, Ici, tassa sui rifiuti eccetera. “Il nostro emendamento – ha spiegato Marinello – stabilisce che Equitalia non potrà più effettuare riscossioni o atti assimilati per i comuni e le società controllate”, come ad esempio quelle che gestiscono i rifiuti o i servizi idrici, “che poi sono quelle che generano maggiori disagi e malcontento tra i cittadini”. A Equitalia resterà La riscossione dei grandi tributi per l’Agenzia delle entrate (Irpef, Ires, Iva, ecc).

    La Commissione attività produttive dell’Anci, ha espresso ieri un giudizio sostanzialmente positivo sul dl 70 che ‑ ha rilevato ‑ può rappresentare uno strumento per consentire ai comuni di contribuire alla ripartenza dell’economia, in particolare con le nuove procedure riguardanti le opere pubbliche, e di snellire la burocrazia per cittadini ed imprese. Allo stesso tempo la Commissione Anci sottolinea però la preoccupazione per l’emendamento proposto dal relatore che prevede il commissariamento dei comuni che non abbiano attivato lo Sportello Unico entro il 30.9.2011. La commissione ha quindi ribadito che l’introduzione delle nuove norme previste all’art. 4 (modifiche al codice degli appalti) deve essere accompagnata dalla possibilità che i comuni attivino le risorse a loro disposizione per la realizzazione delle opere pubbliche (o il pagamento delle imprese per quelle realizzate) attraverso una diversa impostazione del patto di stabilità interno e, in generale, delle norme che riguardano la formazione dei bilanci e l’autonomia della gestione finanziaria, che contrastano con i dettami costituzionali. Sempre in tema di d.l. 70, la Associazione dei comuni italiani ribadisce però la sua totale contrarietà “a misure affrettate che mettono in seria difficoltà i comuni sul versante dell’accertamento e della riscossione dei tributi già programmati in bilancio, così come anche rispetto alla repentina esclusione di Equitalia dal servizio di riscossione ed accertamento, per conto dei comuni, a partire dal gennaio prossimo”.

    Tra le altre novità da segnalare lo stop agli interessi anatocistici sulle somme iscritte a ruolo. Con un emendamento firmato da Cosimo Ventucci (Pdl) si modificano le norme sugli interessi di mora sulla riscossione escludendo dal conteggio le sanzioni pecuniarie tributarie e gli interessi”. La modifica sarà valida però solo per le cartelle future. Decorso inutilmente il termine di pagamento sulle somme iscritte a ruolo si applicano, a partire dalla data della notifica della cartella gli interessi di mora, ma, secondo il testo dell’emendamento approvato, dal conteggio degli interessi sono “escluse le sanzioni pecuniarie tributarie e gli interessi”. La novità varrà però solo per il futuro: “Le disposizioni si applicano ai ruoli consegnati a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto”.

  5. rodolfo argentati ha detto:

    Un emendamento presentato al decreto Sviluppo da Giuseppe Marinello (Pdl) e Maurizio Fugatti (Lega), con l’assenso del governo, ha cancellato di fatto le cartelle esattoriali per le multe (e non solo le multe) sotto i 100 euro. La proposta di modifica esclude che Equitalia e le società da essa partecipate possano effettuare attività di accertamento, liquidazione e riscossione delle entrate tributarie dei Comuni e delle società partecipate: multe automobilistiche, Ici, tassa sui rifiuti eccetera.

    Con il nostro emendamento – ha spiegato Marinello – stabiliamo che Equitalia non potrà più effettuare riscossioni o atti assimilati per i Comuni e le società controllate, come per esempio quelle che gestiscono i rifiuti o i servizi idrici, “che poi sono quelle che generano maggiori disagi e malcontento tra i cittadini”.

    “Inoltre”, ha detto sempre Marinello, “stabiliamo che per somme esigue non si possa passare ad accertamento coattivo; per esse l’agente della riscossione potrà procedere solo a solleciti di pagamenti”. Insomma, è la fine delle «cartelle pazze»? “Sì”, spiega Marinello, “perché non sarà più possibile che per un insoluto di 100-200 euro, come una bolletta del gas o dei rifiuti non pagata, possa essere emessa una cartella”.

    Ma c’è anche un secondo emendamento dei due relatori, che riguarda la sospensione per 180 giorni (rispetto agli attuali 120) dell’esecuzione forzata in vigenza di una istanza di sospensione dell’esecuzione. A questo si aggiunge un comma che in qualche modo obbliga l’Amministrazione a far presto nello sbrigare le pratiche.

    “L’emendamento”, spiega ancora Marinello, “impone l’obbligo per le Commissioni tributarie di evadere le pratiche entro i 120 giorni, pena un profilo diretto di responsabilità. In più i presidenti delle stesse Commissioni avranno l’obbligo di segnalare alla Corte dei Conti le inadempienze”.

  6. andrea80 ha detto:

    Oggi in esame alla camera un paio di emendamenti:

    1- Moratoria di un anno dei debiti con Equitalia
    2- Fermo Amministrativo per debiti superiori a 2.000 €
    3- Sogli per l’Espropriazione immobiliare da 8000,00 € a 20.000 €
    4- Obbligo per il concessionario di inviare intimazione ad adempiere entro 30 giorni, se l’immobile oggetto di eventuale esecuzione è l’unico di proprietà del debitore residente.
    5- Revisione degli interessi prodotti dalle sanzioni.

    Personalmente, ritengo veramente misere (eccetto la prima) le misure in discussione. La soglia dei 2000,00 € è veramente un placebo, i guai infatti come abbiamo avuti modo di verificare più volte in questo forum, derivano da debiti ben più alti. Stessa cosa per la soglia dei 20.000,00 €. Per non parlare dell’obbligo di comunicazione, parliamo veramente dell’ABC. Attendiamo invece di verificare quanto inciderà il “taglio” degli interessi. Al momento, l’unica soluzione secondo il mio modestissimo parere sarebbe la moratoria di un anno, affiancata da una seria riforma della riscossione.

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