Canone rai 2016 in bolletta elettrica » novità dubbi e nodi ancora da sciogliere: il prontuario per il contribuente

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

Canone rai 2016 in bolletta elettrica » novità dubbi e nodi ancora da sciogliere: il prontuario per il consumatore

Ci siamo: a partire dall'anno corrente, il 2016, l'importo del canone Rai sarà addebitato a piccole dosi, ed in automatico, sulla bolletta elettrica degli italiani, e non più in in unica soluzione e tramite bollettino nel mese di Gennaio.

A partire da quest'anno, il 2016, l'importo del canone Rai viene ridotto a 100 euro e la tassa ò automaticamente addebitata sul contratto di energia elettrica nel luogo in cui il contribuente ha la propria residenza anagrafica.

Il pagamento del canone è dovuto solo per la prima casa e una sola volta nella famiglia, a condizione naturalmente che i coniugi e i figli siano tutti residenti nello stesso immobile. Nel caso in cui due coniugi abbiano la residenza in due immobili diversi il canone verrà addebitato su entrambe le bollette elettriche. Lo stesso dicasi per i figli: se questi ultimi cambiano residenza dovranno pagare il canone nell'immobile (anche se in locazione o in comodato) in cui hanno un’utenza di energia elettrica.

Lo Stato, dunque, presume la presenza di almeno un apparecchio televisivo in ogni abitazione di residenza, quindi qualora non si detenga alcun televisore si dovrà presentare all'Agenzia delle Entrate un’autocertificazione, valida per un anno.

Eventuali dichiarazioni mendaci, se accertate dall'autorità giudiziaria, saranno punite penalmente. Le modalità di presentazione dell’autocertificazione devono essere ancora definite da un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Nella legge di stabilità non si fa riferimento al possesso di altre forme digitali di accesso alle trasmissioni televisive.

Si consiglia di evitare di inviare autocertificazioni anticipate: è preferibile attendere chiarimenti normativi o comunque eventuali richieste o comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Comunque, il canone si pagherà in bolletta dal 1 luglio 2016 e comprenderà anche le rate dei mesi precedenti, quindi si pagheranno 70,00 euro in una sola soluzione, poi nelle bollette successive si pagheranno dilazionati 10 euro al mese fino al totale di 100 euro per l'anno 2016.

Dal 2017 invece il canone sarà suddiviso in 10 rate, addebitate nella bolletta elettrica nei mesi da gennaio a ottobre.

Chi ha un contratto di fornitura di energia elettrica per un impegno di potenza superiore a 3 kW pagherà il canone allo stesso modo di chi ha impieghi di potenza inferiori, sempre in relazione all'immobile di residenza.

Nulla cambia, per il momento, rispetto alle comunicazioni di variazioni intervenute nel corso dell’anno: dichiarazione all'Agenzia delle Entrate per cessioni, cambi di residenza, furti (allegare denuncia), decesso dell’abbonato.

La norma non prevede sanatorie né preclusioni per eventuali arretrati, che andranno in prescrizione a distanza di 5 anni.

L’esenzione è prevista per gli over 75 con un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui. Infine, gli uffici, gli studi e gli esercizi commerciali continueranno a pagare la stessa quota degli anni precedenti, tramite il bollettino postale e non in bolletta.

Tutto quello che c'è da sapere sul canone rai in bolletta elettrica

Ecco tutto quello che c'è da sapere sul canone rai in bolletta elettrica per il 2016: novità, dubbi e nodi ancora da sciogliere.

Addio al vecchio bollettino unico per il canone Rai.

Infatti, lo stesso, come accennato, si pagherà nella bolletta elettrica e verrà suddiviso in dieci rate.

Per quest’anno però, a causa di problemi tecnici e burocratici legati all'avvio della nuova procedura, la prima rata sarà contabilizzata nel mese di luglio. Per quel mese dunque in bolletta i contribuenti si troveranno a pagare anche tutti i mesi precedenti.

La nuova quota del canone è stata stabilita in 100 euro, che verranno dunque divisi in dieci rate da 10 euro l’una.

L’imposta in questione è dovuta tecnicamente da tutti i soggetti che risultano in possesso di un televisore.

Con il nuovo metodo di pagamento, ossia attraverso la bolletta elettrica, essa verrà accreditata a tutti i soggetti che risultano residenti presso un dato indirizzo.

La legge prevede che per ogni contribuente in questione ci sarà la presunzione del possesso di un televisore. Se poi il soggetto in questione effettivamente risulta sfornito di apparecchio, dovrà essere lui a effettuare un’autocertificazione da presentare all'Agenzia delle entrate, dichiarando di non dover pagare il canone.

Comunque, secondo quanto espressamente dichiarato nel comunicato di Rai e Agenzia delle entrate, il canone è dovuto una sola volta, per ogni famiglia o per gruppo di persone residenti nella stessa casa.

E, ancora, verrà addebitato nella bolletta elettrica della casa di residenza a prescindere dalla persona a cui è intestata.

Questo significa che per ogni nucleo familiare, o per ogni gruppo di persone che vive in una singola abitazione, verrà emesso un solo canone di abbonamento.

Per ottenere questo risultato però, bisognerà incrociare i dati riguardanti proprietari di abitazioni, familiari conviventi e intestatari di bollette elettriche. Un intreccio che sembra alquanto complesso e che secondo qualcuno porterà certamente a qualche errore.

Quello che conterà, come accennato, sarà sempre e comunque la propria residenza legale, che per legge deve essere fissata in un’unica abitazione. Quindi, almeno in teoria, non dovrebbe esserci il pericolo di ricevere abbonamenti Rai doppioni. Anche in questo caso però, sarà bene che il decreto attuativo faccia piena chiarezza.

Per rispondere a tutte le domande che i contribuenti volessero porre, la Rai ha deciso di attivare presto uno specifico numero verde.

Per saperne di più in ogni caso si può consultare il sito ufficiale, sul quale fin d’ora si cerca di fornire maggiori dettagli sulle modalità di pagamento del prossimo canone.

Come non pagare più di una volta il canone Rai: soggetti a rischio

Con questi aggiornamenti normativi, si rischia una grossa confusione: molte famiglie, infatti, dato il caos organizzativo, rischiano di pagare più di una volta gli importi del canone rai: vediamo come evitarlo.

Il rischio del doppio pagamento lo corre la famiglia in cui uno dei due coniugi ha sempre pagato l’imposta sulla tv (risultando, di fatto, negli archivi della Rai, l’unico soggetto obbligato), mentre l’altro ha intestato il contratto della luce.

Per il primo, sino ad oggi, il pagamento doveva avvenire entro fine gennaio.

Ma se questi dovesse versare l’importo, come sempre ha fatto, con il bollettino postale, l’altro coniuge si vedrà ugualmente addebitato lo stesso importo sulla bolletta dell’energia elettrica.

Insomma, il consiglio, almeno per quest’anno, è di aspettare la scadenza di luglio.

Il secondo problema si pone per chi aveva, in passato, effettuato il suggellamento, pratica che, come noto, è stata abrogata.

Dunque, in teoria, chi ha inviato, negli anni passati, la dichiarazione di cessazione dell’abbonamento televisivo si vedrà ugualmente addebitato il canone Rai nella bolletta della luce.

Tuttavia questi soggetti potrebbero, nel frattempo, aver buttato ogni televisore e non avere più alcun apparecchio in casa, preferendo dedicarsi ai canali video del web.

Dunque, costoro dovrebbero effettuare la dichiarazione di non possesso della TV per tempo, ossia entro giugno, prima cioè dell’addebito automatico sulla bolletta (meglio sarebbe prevenire con anticipo i tempi e non ridursi all'ultimo minuto).

Si ricorda, peraltro, che tale dichiarazione va rinnovata ogni anno.

La terza ipotesi è per chi è soggetto ad esenzione, ultra settantacinquenne, con reddito inferiore a 6.713,98 sommato a quello del coniuge.

Se il coniuge convivente è intestatario del contratto della luce, occorrerà informare la società elettrica e, soprattutto, l’Agenzia delle Entrate (Ufficio Torino 1) del diritto all’esenzione. Anche in questo caso bisognerà muoversi con largo anticipo.

Che succede, però, se il contribuente si adopera tardi a comunicare l’avvenuto pagamento o il diritto all'esenzione? Sarà necessario presentare il ricorso.

Come impugnare la richiesta del pagamento del Canone Rai in caso non fosse dovuta

Nel caso il contribuente si adoperi tardi a comunicare l’avvenuto pagamento o il diritto all'esenzione per il canone Rai, come effettuare ricorso?

Ci sono due modi per impugnare la richiesta di pagamento del Canone Rai. Il primo sistema è quello di rivolgersi al Garante del contribuente, che è presente presso ogni Direzione Regionale delle Entrate e nelle province autonome di Trento e Bolzano inviando un’istanza in carta libera.

Il secondo metodo è quello dell’autotutela. Se il contribuente ritiene che le somme richieste non siano dovute, in tutto o in parte, può presentare istanza di autotutela all’ufficio che ha emesso la richiesta di pagamento, facendo, tuttavia, attenzione alla tempistica in quanto la presentazione dell’istanza non interrompe il decorso del termine utile (60 giorni dalla notifica della cartella) entro il quale può essere effettuato il pagamento prima che inizi la riscossione coattiva o per l’impugnazione della cartella.

Va presentata in carta semplice in maniera autonoma oppure mediante dichiarazione messa a verbale durante un’audizione presso l’ufficio; può anche essere inclusa in un atto processuale relativo ad altra controversia con l’ufficio fiscale.

Le richieste di annullamento o di rinuncia all'imposizione devono essere indirizzate agli Uffici competenti a procedere oppure al Garante del Contribuente. Nel caso in cui la richiesta sia inviata a un Ufficio incompetente, questo è tenuto a trasmetterla all'Ufficio competente, dandone comunicazione al contribuente.

L’istanza non ha un contenuto predeterminato; essa deve comunque indicare gli estremi dell’atto del quale si richiede l’annullamento o la revoca e i motivi a fondamento della richiesta (v. modello di seguito riportato).

In ultima istanza è sempre consentito il ricorso al giudice. In questo caso, trattandosi di un tributo, per il giudizio è competente la Commissione Tributaria Provinciale.

14 Gennaio 2016 · Gennaro Andele


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