Imposta di successione » Vi spieghiamo come calcolarla

Imposta di successione: come si calcola? Per comprendere quanto è necessario pagare, bisogna contare i gradi di parentela.

Per cominciare bisogna comprendere il significato del termine: per imposta di successione si intende una tassa che colpisce il trasferimento della proprietà e di altri diritti su beni mobili e immobili, a seguito della morte del titolare.

Come accennato nell'incipit, l’imposta di successione dipende dai legami di parentela con il defunto e dal valore dell’eredità: è dovuta da ogni singolo erede sulla base della quota di eredità percepita, diminuita dell’eventuale franchigia cui hanno singolarmente diritto.

In caso di morte, infatti, i beni e i diritti che sono appartenuti al defunto e che formano l’oggetto della successione sono trasferiti agli eredi, secondo le regole della successione legittima o secondo le disposizioni indicate nel testamento.

L’insieme di tali beni, ad eccezione di quelli esclusi, dunque, costituisce l’attivo ereditario, cioè il patrimonio che cade in eredità.

I beni in comproprietà con altri soggetti partecipano all'attivo ereditario pro-quota, limitatamente alla quota del defunto.

Da notare bene che la dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla morte all'Agenzia delle Entrate, nella cui circoscrizione era residente il defunto.

Prima di arrivare al calcolo dell'imposta di successione, comunque, va fatta chiarezza sulla disposizione dei gradi di parentela.

Come noto, sono parenti coloro che hanno un vincolo di sangue.

I parenti in linea retta discendono l’uno dall'altro (ad esempio bisnonno, nonno, padre, ecc.), mentre quelli in linea collaterale, pur avendo un capostipite comune, non discendono gli uni dagli altri (ad esempio i fratelli e i cugini).

Per i parenti in linea retta si calcolano tanti gradi quante sono le generazioni, escludendo il capostipite.

Nonno e nipote sono, ad esempio, parenti di secondo grado.

Le generazioni sono tre (nonno, padre, figlio), ma escludendo il capostipite (il nonno) si arriva a due, che è il grado di parentela.

Per i parenti collaterali le generazioni si contano salendo da uno dei due soggetti al capostipite (che si esclude dal conteggio) e discendendo da questo fino all’altro soggetto con cui vogliamo stabilire la parentela.

Gli affini, invece, sono il coniuge e i parenti dell’altro coniuge (cognati, suocero, nuora).

Per l’affinità, il grado corrisponde a quello del coniuge con i suoi parenti.

Chiarito il legame di parentela, veniamo dunque al calcolo dell'imposta.

L’imposta di successione prevede tre aliquote distinte, a seconda del grado di parentela degli eredi, e conseguenti franchigie, cioè soglie entro le quali non è dovuta l’imposta, secondo il seguente schema:

  • coniuge e parenti in linea retta (ricordiamo: figli, genitori e, in generale, ascendenti e discendenti): 4%, con franchigia fino a € 1.000.000,00 di valore dell’eredità;
  • fratelli e sorelle, 6%, con franchigia di € 100.000,00;
  • altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al 3° grado: 6% senza franchigia;
  • tutti gli altri soggetti, 8% senza franchigia.

In caso di beneficiario portatore di handicap grave la franchigia applicabile è di € 1.500.000,00.

E’ opportuno ricordare che la successione di beni immobili è comunque soggetta alle imposte ipotecaria e catastale, nella misura rispettiva del 2% e dell’1%, da versare con il modello F23 mediante autoliquidazione, cioè direttamente dagli eredi al momento della presentazione della dichiarazione di successione.

Qualora per gli eredi (anche solo per uno di essi) sussistano tutte le condizioni per usufruire delle agevolazioni relative alla prima casa, le imposte ipotecaria e catastale sono dovute nella misura fissa di € 200,00 (€ 168,00 fino al 31.12.2013).

Concludendo, va detto che l’imposta di successione è liquidata direttamente dall'Agenzia delle Entrate entro il terzo anno dalla presentazione della dichiarazione (5 anni in caso di dichiarazione omessa) e deve essere versata entro 60 giorni dalla data di notifica dell’atto, utilizzando il modello F23.

Il versamento può essere effettuato presso banche, uffici postali o direttamente all'agente della riscossione.

Esso può essere dilazionato, in seguito ad istanza presentata all'Agenzia delle Entrate.

30 Luglio 2014 · Stefano Iambrenghi


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2 risposte a “Imposta di successione » Vi spieghiamo come calcolarla”

  1. maxred ha detto:

    Vorrei sapere a quanto ammontano le tasse da pagare per una successione testamentaria. Ho ereditato una somma di denaro da una persona non parente per circa 78 mila euro. L’agenzia delle entrate mi ha mandato il mod. F23 da pagare euro 6892. Io sapevo che dovevo pagare l’8% di tasse, per cui l’importo doveva essere di 6249 euro. Non potendo contattare l’ufficio, vorrei sapere se oltre all’8% ci sono anche altre tasse o e’ un errore di calcolo.

    • Annapaola Ferri ha detto:

      Siamo costretti a confermare l’aliquota dell’8% sull’importo ereditato. Le saremmo grati se, dopo aver contattato l’Agenzia delle entrate ci facesse pervenire un breve feedback su quanto le chiariranno, in modo da integrare le informazioni in nostro possesso. Potrebbero risultare utili ad altri lettori che venissero a trovarsi nella sua stessa situazione. Grazie in anticipo per quanto potrà fare.

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