Azione revocatoria di compravendita immobiliare – Un caso di riconosciuta consapevolezza del pregiudizio arrecato al creditore da parte del terzo acquirente
La giurisprudenza di legittimità ha da tempo affermato che la prova del requisito della consapevolezza, da parte del terzo acquirente, del pregiudizio arrecato agli interessi del creditore, prevista quale condizione dell’azione revocatoria, può essere data con ogni mezzo e, quindi, anche con presunzioni.
Nel caso specifico era stato accertato che i coniugi debitori avevano venduto il bene immobile di proprietà ad un prezzo nettamente inferiore al valore di mercato; che il fratello di uno dei debitori era socio al 25 per cento della società acquirente; che quest'ultima, dopo l'acquisto, aveva lasciato i coniugi debitori nell'appartamento a distanza di dieci anni; che non vi era alcuna prova dell’avvenuto versamento del prezzo.
Il giudici della Corte di cassazione, con la sentenza numero 1908/16, hanno ritenuto che il vincolo di parentela fra uno dei debitori ed il socio della società acquirente costituisse un’evidente dimostrazione, anche se presuntiva, della consapevolezza del pregiudizio da parte del terzo. Confermando la revocatoria dell'atto di compravendita dell'immobile.
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