Rassegna degli articoli pubblicati a cura di Carla Benvenuto

Condizioni perchè possa essere accolta azione revocatoria - quando l'atto di disposizione del debitore è anteriore o posteriore all'insorgenza del credito

Carla Benvenuto - 7 Ottobre 2018

Ove l'atto di disposizione sia successivo al sorgere del credito, l'accoglimento dell'azione revocatoria dipende dalla sola conoscenza, da parte del terzo, che il disponente debitore sia già vincolato verso altri creditori e che l'atto posto in essere arrechi pregiudizio alla garanzia patrimoniale del disponente. Invece, per l'accoglimento dell'azione revocatoria, qualora abbia ad oggetto un atto, a titolo oneroso, anteriore al sorgere del credito, è necessaria la conoscenza, da parte del terzo, che al disponente sarebbe stato successivamente concesso lo specifico credito per cui è proposta l'azione. Questo il principio di diritto enunciato dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 23326/2018. [ ... leggi tutto » ]

Gratuito patrocinio - nuove regole

Carla Benvenuto - 2 Marzo 2018

Può essere ammesso al gratuito patrocinio chi è titolare di un reddito imponibile ai fini dell'imposta personale sul reddito, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a euro 11.493,82. Se l'interessato convive con il coniuge o con altri familiari, il reddito è costituito dalla somma dei redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia, compreso l'istante. Ai fini della determinazione dei limiti di reddito, si tiene conto anche dei redditi che per legge sono esenti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) o che sono soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta, ovvero ad imposta sostitutiva. Si tiene conto del solo reddito personale quando sono oggetto della causa diritti della personalità, ovvero nei processi in cui gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi. [ ... leggi tutto » ]

Prelevare l'intero saldo del conto corrente cointestato con il defunto non configura necessariamente accettazione tacita dell'eredità

Carla Benvenuto - 24 Febbraio 2018

Nel conto corrente bancario intestato a più persone, i rapporti interni tra correntisti, anche aventi facoltà di compiere operazioni disgiuntamente, sono regolati dal secondo comma dell'articolo 1298 del codice civile, in virtù del quale debito e credito solidale si dividono in quote uguali solo se non risulti diversamente. Ne consegue che, ove il saldo attivo risulti discendere dal versamento di somme di pertinenza di uno solo dei correntisti, si deve escludere che l'altro possa, nel rapporto interno, avanzare diritti sul saldo medesimo. Pertanto, il prelevamento anche dell'intera giacenza del conto corrente a firma disgiunta, da parte di un cointestatario del defunto, non può ritenersi automaticamente effettuato nella qualità di erede, potendo compiersi anche quale mero cointestatario, titolare di poteri disgiunti verso la banca del tutto avulsi rispetto al contesto dell'apertura della successione. A meno che, chi agisce in giudizio contro il cointestatario. per vedere riconosciuta l'accettazione tacita dell'eredità da parte [ ... leggi tutto » ]

Non vi è accettazione tacita dell'eredità se il chiamato adempie ad un obbligo del defunto con denaro proprio e non con quello prelevato dall'asse ereditario

Carla Benvenuto - 24 Febbraio 2018

In tema di successioni per causa di morte, il pagamento del debito del defunto ad opera del chiamato all'eredità con danaro prelevato dall'asse ereditario, a differenza di un mero adempimento dallo stesso eseguito con denaro proprio, configura un'accettazione tacita, non potendosi estinguere un debito ereditario se non da colui che agisce quale erede. Per eccepire l'accettazione tacita dell'eredità, è quindi necessario che sia fornita la prova che il pagamento sia stato effettuato con danaro prelevato dall'asse ereditario, mentre nel caso in cui il chiamato adempia al debito ereditario con denaro proprio, quest’ultimo non può ritenersi per ciò stesso che abbia accettato l'eredità. Infatti, la norma che legittima qualsiasi terzo all'adempimento del debito altrui (art. 1180 del codice civile) esclude che si tratti di un atto che il chiamato non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede previsto dall'articolo 476 del medesimo codice per sancire l'accettazione tacita [ ... leggi tutto » ]

Il singolo coerede può autonomamente agire per riscuotere i crediti del de cuius - anche i depositi sul conto corrente in banca

Carla Benvenuto - 26 Dicembre 2017

Ciascun coerede può agire nei confronti del debitore del de cuius per la riscossione dell'intero credito, ovvero della quota proporzionale a quella ereditaria vantata, senza la necessità del coinvolgimento degli altri coeredi, e soprattutto senza che venga in alcun modo precisato che l'iniziativa del coerede sia ammessa solo allorquando avvenga nell'interesse della comunione. Ferma restando la necessità di ricomprendere nell'eventuale divisione dell'asse ereditario i crediti del de cuius, l'avvenuta riscossione da parte di un coerede di tutto o parte del credito stesso, potrà incidere nell'ambito delle operazioni divisionali dando vita a delle pretese di rendiconto, tramite anche eventuali compensazioni tra diverse poste creditorie, ma senza che ciò precluda al singolo di poter immediatamente attivarsi per la riscossione anche solo del credito in proporzione della sua quota. Insomma, ogni coerede può agire anche per l'adempimento del credito ereditario pro quota, e senza che la parte debitrice possa opporsi adducendo il mancato [ ... leggi tutto » ]