Rc auto: attestato di rischio digitale (o telematico) » Cosa cambia ( e non) per gli automobilisti italiani

Rc auto: attestato di rischio digitale (o telematico) » Cosa cambia ( e non) per gli automobilisti italiani

A partire dallo scorso 1 luglio 2015 è entrato in vigore il Regolamento dell'IVASS che corona le modifiche legislative degli ultimi anni legate alla scadenza delle polizze (non più con rinnovo automatico) e al rilascio degli attestati di rischio contenenti, tra le altre, informazioni sulla classe di merito maturata.

Per le polizze rc auto in scadenza, dal recente 1 Luglio 2015 gli attestati di rischio vengono consegnati al contraente/assicurato esclusivamente per via telematica, con un anticipo di almeno 30 giorni rispetto alla scadenza del contratto.

Dapprima, questa modalità era possibile solo come facoltà alternativa al classico invio cartaceo.

L'obbligo si considera assolto con la messa a disposizione nell'area riservata del sito web dell'impresa di assicurazione, alla quale ogni contraente può accedere per visionare informazioni sulla propria posizione assicurativa. Ogni impresa può prevedere modalità di consegna alternative da attivarsi su richiesta del cliente (per esempio invio via e-mail).

Il primo anno di applicazione è in realtà una fase transitoria, necessaria per“costruire la banca dati telematica degli attestati.

Prima di tutto per tale periodo di tempo le imprese di assicurazione sono tenute ad avvisare i contraenti riguardo a questa novità, in occasione della comunicazione annuale relativa alla scadenza della polizza che ricordiamo deve essere inviata con un preavviso minimo di 30 giorni.

Le informazioni devono riguardare le modalità di accesso alle aree riservate sul sito web della compagnia assicuratrice e le modalità di consegna telematica dell'attestato di rischio.

Fino a Giugno 2016 dev'essere inoltre data la possibilità ai contraenti di ricevere l'attestato di rischio con le modalità che loro preferiscono, senza addebito di costi aggiuntivi. Ciò anche riguardo a attestazioni relative a posizioni assicurative già scadute, non presenti nella banca dati.

Vediamo, comunque, di approfondire la questione

Che cos'è un attestato di rischio nell'ambito di una polizza rc auto

Prima di approfondire la questione delle nuove modalità, vogliamo spiegare al lettore, in sostanza, che cos'è un attestato di rischio nell'ambito di una polizza rc auto.

È giusto spiegare, per i meno esperti, in cosa consista l’attestato di rischio.

Stiamo parlando del documento che riporta la classe di merito a cui appartiene l’assicurato, e lo storico degli incidenti in cui è incappato negli ultimi anni.

Dunque, sull'attestato di rischio sono riportati tutti gli incidenti che abbiamo denunciato negli ultimi 5 anni. Tra questi ci sono sia quelli già liquidati dalla compagnia, sia quelli in corso di liquidazione. Un tempo erano inseriti anche quei sinistri su cui la compagnia aveva posto una riserva. Se la riserva finiva con un non pagamento, l'assicurato rientrava l'anno successivo nella classe che gli sarebbe spettata se non avesse causato l'incidente, con tanto di restituzione della differenza pagata.

Con il nuovo Codice delle assicurazioni, invece, bisogna sempre effettivamente accertare il danno per far diminuire la classe di merito dell'assicurato.

Dai danni riportati sull'attestato di rischio, infatti, deriva la nostra classe di merito, quella a cui siamo assegnati e che determina il costo del premio della polizza bonus malus.

Tra le altre informazioni che l'attestato di rischio deve contenere ci sono le generalità dell'assicurato, il nome della compagnia assicurativa, il numero del contratto, la formula tariffaria del contratto in scadenza, la data esatta di scadenza e, ovviamente, la firma di un referente della compagnia assicurativa. Secondo il nuovo Codice delle assicurazioni l'attestato va consegnato al cliente almeno 30 giorni lavorativi prima della scadenza della sua polizza.

Prima del 2007, la scadenza per le compagnie era di soli 3 giorni e rendeva di fatto difficile e sicuramente più impegnativo effettuare un cambio di compagnia assicurativa.

Cosa cambia, e non, con la dematerializzazione dell'attestato di rischio rc auto

Con la nuova norma è previsto che l’attestato di rischio si trasformi da statico a dinamico, con l’inserimento dei dati riguardanti i danni liquidati a persone e/o cose: inoltre, il Codice ha stabilito che da luglio il documento venga consegnato non più per via cartacea, ma per quella telematica.

L’infinita telenovela del caro Rc auto si arricchisce di un nuovo capitolo tra gli interventi di riforma messi in campo negli ultimi tempi per riuscire ad abbassare le tariffe delle polizze più dispendiose in Europa.

Come previsto dal pacchetto delle liberalizzazioni del governo Monti, infatti, dal primo luglio 2015, l’attestato di rischio ha abbandonato il formato cartaceo in favore del digitale.

Si tratta del primo step di un progetto che, arrivato in Italia con anni di ritardo rispetto agli altri Paesi, va verso la completa dematerializzazione di tutti i documenti assicurativi e che sarà ultimato il prossimo 18 ottobre 2015 con l’introduzione del tagliando elettronico che sostituirà quello esposto sui parabrezza.

Un’innovazione dal chiaro scopo: snellendo la burocrazia delle polizze, si semplifica la vita agli automobilisti e soprattutto si cerca di arginare il rischio di frodi.

I numeri, in proposito, sono impietosi: in giro per l’Italia scorrazzano 3 milioni e mezzo di veicoli non assicurati.

Un pericolo non solo per l’impossibilità di ricevere il rimborso in caso di incidente, ma perché più aumentano i furbetti del tagliandino e maggiore sarà il costo che viene scaricato sulle polizze di chi paga regolarmente l’Rc auto.

I non assicurati incidono per un buon 10% sulla tariffa. Così se il costo medio per la polizza auto è di 740 euro, quello sociale scaricato sugli automobilisti onesti è di 74 euro all’anno.

Il tagliando elettronico dovrebbe, quindi, non solo rappresentare un primo giro di vite per stanare le truffe, ma risolvere anche un altro fenomeno che incide sul caro prezzi: la pigrizia degli automobilisti che non decidono mai di cambiare assicurazione.

Eppure da gennaio 2013 non è più valido neanche il tacito rinnovo della polizza che per anni aveva incastrato gli automobilisti con la stessa compagnia, perché si dimenticavano di inviare la disdetta 30 giorni prima della scadenza.

Un’abolizione che, però, poco è servita visto che, secondo quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Ivass, lo scorso anno solo un assicurato su 6 ha cambiato compagnia. E chi lo ha fatto, ha spuntato una riduzione di prezzo di quasi il 22%.

Il primo passo per risparmiare passa, infatti, proprio per l’attestato di rischio che, oltre ad accertare il numero dei sinistri provocati dall'assicurato nell'ultimo quinquennio e le eventuali franchigie non rimborsate alla compagnia assicuratrice, indica anche la classe di merito di provenienza e quella assegnata dal contratto per l’anno successivo, secondo il principio della formula bonus-malus.

Documento che, quindi, gli assicurati dovrebbe conoscere bene, verificandone la correttezza.

Un’accortezza che ora si fa ancora più necessaria, visto che con l'attestato di rischio digitale non solo l’automobilista non è più obbligato ad andare in agenzia per averlo, ma tutto il conteggio dei dati relativi alla classe bonus malus e ai sinistri causati negli ultimi anni viene comunicato direttamente dalla compagnia assicurativa all’Ania (l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici).

Sembrerà quindi un paradosso ma, dal momento che la tecnologia dovrebbe aiutare i consumatori, il fatto di non ricevere più il formato cartaceo a casa renderà più difficile verificare se l’attestato riporti degli errori.

Con una piccola beffa: anche se l’automobilista scoprisse che per sbaglio la compagnia assicurativa ha inserito, ad esempio, una classe di merito più alta, non è prevista nessuna sanzione.

Ci sarà un effettivo risparmio per l'automobilista nella rc auto con l'introduzione dell'attestato di rischio digitale?

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: ci sarà un effettivo risparmio per l'automobilista nella rc auto con l'introduzione dell'attestato di rischio digitale?

Come riporta il regolamento Ivass (l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni), la procedura con cui viene attivata la dematerializzazione prevede che gli assicurati non riceveranno più l’attestato direttamente a domicilio 30 giorni prima della scadenza della polizza (quindi sono rientrati subito nella novità quanti hanno una polizza in scadenza a luglio), ma lo troveranno in formato digitale in un’area dedicata sul sito web della propria compagnia o potranno richiederlo consegna telematica aggiuntiva come per posta elettronica o tramite un'app per smartphone o tablet.

Meglio anche ricordare che in caso di polizza stipulata presso un intermediario (agente o broker) è possibile richiedere la stampa dell’attestato di rischio senza l’applicazione di costi. Un secondo step, in futuro, prevederà poi il passaggio dall’attestato di rischio statico all’attestato di rischio dinamico generato in continuo dal sistema.

Questa rivoluzione servirà realmente a far risparmiare?

No, perché la sola banca dati telematica degli attestati di rischio non scalfisce lo strapotere delle compagnie assicurative, che presto potranno anche contare sul ddl Concorrenza che contiene l’introduzione della scatola nera e rivede le basi di calcolo (al ribasso) degli indennizzi agli automobilisti che restano invalidi in seguito a un incidente, garantendo alla compagnie milioni di euro di risparmi.

E poco importa che anche l’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) abbia definito questo pacchetto un regalo alle compagnie a scapito dei cittadini.

L'attestato di rischio telematico quando cambia la compagnia assicuratrice

Cosa cambia con l'attestato di rischio telematico quando l'utente/automobilista cambia la compagnia assicuratrice.

Dal 2012 le polizze rc auto scadono annualmente senza rinnovo automatico, quindi è diventato più facile per l'assicurato cambiare compagnia assicuratrice. I

n questi casi, e già dallo stesso anno, era previsto il passaggio telematico degli attestati da una compagnia all'altra, con contatto diretto tra la vecchia e la nuova compagnia.

Col nuovo Regolamento il concetto viene ulteriormente ribadito, specificando che in caso di attivazione di un nuovo contratto NON sono ammesse modalità di trasmissione diverse, a prescindere dalle quelle utilizzate dalla compagnia per consegnare l'attestato all'assicurato (consegna che può avvenire con modalità alternative, come già detto, avendo scopi essenzialmente informativi).

Solo in casi particolari relativi alla mancanza dei dati e/o dell'attestato nella relativa banca dati, l'assicurato può essere coinvolto con richiesta di dichiarazioni e informazioni utili a ricostruire la posizione assicurativa, ma le compagnie hanno in ogni caso facoltà, e onere, di effettuare ricerche di documentazione utile anche allo scopo di verificare le dichiarazioni del contraente.

Per quanto riguarda invece la dematerializzazione del contrassegno assicurativo si dovrà attendere almeno fino ad Ottobre 2015 quando dovrebbe essere pronto il sistema di rilevamento a distanza delle violazioni in termini di obblighi rc auto.

Dal 18 Ottobre 2015, secondo quanto specifica l'ANIA dovrebbe essere possibile non esporre più il tagliandino (contrassegno assicurativo) sull'auto.

Tutto ciò in attesa di ulteriori novità in ambito r.c.auto, contenute nella bozza del disegno di legge “concorrenza” (3), che dovrebbe riprendere normative precedentemente arenate inerenti il valore di prova della scatola nera da montare sull'auto, una serie di sconti obbligatori e altre novità sulle procedure di risarcimento.

17 Luglio 2015 · Andrea Ricciardi


Commenti e domande

Per porre una domanda sul tema trattato nell'articolo (o commentarlo) utilizza il form che trovi più in basso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Se il post è stato interessante, condividilo con il tuo account Facebook

condividi su FB

    

Seguici su Facebook

seguici accedendo alla pagina Facebook di indebitati.it

Seguici iscrivendoti alla newsletter

iscriviti alla newsletter del sito indebitati.it




Fai in modo che lo staff possa continuare ad offrire consulenze gratuite. Dona!