Assistenza al familiare portatore di handicap – La convivenza non presuppone la coabitazione
In tema di assistenza al familiare portatore di handicap, il concetto di convivenza non può essere ritenuto coincidente con quello di coabitazione poiché in tal modo si darebbe un’interpretazione restrittiva della disposizione che, oltre che arbitraria, sembra andare contro il fine perseguito dalla norma di agevolare l’assistenza degli handicappati, per cui sarebbe incomprensibile escludere dai benefici previsti dalla legge il lavoratore che conviva costantemente, ma limitatamente ad una fascia oraria della giornata, con il familiare handicappato al fine di prestargli assistenza in un periodo di tempo in cui, altrimenti, di tale assistenza rimarrebbe privo.
In altri termini, la prestazione di un'assistenza assidua e continuativa al familiare portatore di handicap determina senz'altro una convivenza fra quest'ultimo e colui che presta assistenza.
Questo il principio giuridico sancito dai giudici della sezione penale della Corte di cassazione, nella sentenza 24470/2017.
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