Alessandro Profumo ipse dixit: "UNICREDIT è solida e non ci sarà alcun aumento di capitale"


«Il peggio è alle spalle»: Alessandro Profumo prova a rassicurare di buon mattino gli analisti e il mercato ai quali presenta in collegamento telefonico da Roma i conti di un trimestre sul quale la crisi ha pesato parecchio. A fine marzo l'utile è dimezzato a 1 miliardo di euro, la divisione investment banking perde altrettanto, ma le prospettive, dice l'amministratore delegato di Unicredit, lasciano vedere la fine del tunnel: dividendo e redditività non subiranno tagli, mentre rispuntano i cosiddetti target, con un utile netto atteso tra i 6,8 e 7,3 miliardi nel 2008, contro 6,6 dell'anno prima.

Una stima, quest' ultima, che qualche settimana fa, da Londra, lo stesso Profumo non aveva confermato causa «scarsa visibilità» sui mercati. Sono da poco passate le 8 del mattino e l'ennesima bufera sui titoli del credito deve ancora scatenarsi in Borsa. Un nuovo scossone che a fine seduta Unicredit sconta con un ribasso del 2,8%, in compagnia dei big del comparto capitanati da Ubs (-5%). «Teniamo in serissima considerazione le indicazioni di Moody' s - assicura più tardi Profumo, riferendosi al peggioramento dell'outlook deciso dall'agenzia di rating -. Il nostro capitale è percepito come "tirato".

Ma abbiamo un piano per la ricostituzione di un livello di capitalizzazione ottimale» aggiunge indicando al 6% nel 2008 il relativo indice (core Tier1) e tornando a smentire le ipotesi di aumento di capitale. L' esposizione nei subprime resta minima (94 milioni a marzo e si riducono a 1,116 miliardi le perdite teoriche sui derivati per la clientela). Dati che saranno ribaditi questa mattina a Londra dove Profumo torna accompagnato dal direttore finanziario Ranieri de Marchis. Sono i panni dell'ottimista che Profumo indossa alla sua prima romana. Qui, dove Unicredit ha trasferito la sede legale, si è svolta ieri la prima assemblea degli azionisti post fusione Capitalia.

Una maratona di quasi dodici ore e decine di interventi dei piccoli soci. E anche ritorni illustri, come quello del presidente della Fondazione Cassa di Roma Emmanuele Emanuele - fino a qualche mese fa in contrasto con l'ex numero uno Cesare Geronzi - che prima dell'avvio dei lavori ha stretto la mano a Profumo. Per Unicredit è proprio questa Roma, «capitale del mondo» come ha esordito il presidente tedesco Dieter Rampl citando Goethe, a rappresentare un po' a sorpresa una delle maggiori soddisfazioni.

I ricavi di Capitalia sono in crescita e il retail italiano, dopo l'annessione della banca romana, risulta in aumento del 9,4%. Tanto che Profumo ne approfitta per togliersi un sassolino dalla scarpa. L' opa su Capitalia, afferma, «è stata una scelta strategicamente adeguata. Oggi ne siamo ancora più convinti».

L' esposizione del gruppo verso le operazioni di cartolarizzazione di Trevi, ereditata da Capitalia è scesa a marzo a 1,351 miliardi contro 1,37 miliardi di fine 2007 e i quasi 2 miliardi di fine 2006. E agli azionisti che lo punzecchiano sulle ricadute in Mediobanca replica: «Non ci interessa il controllo di Mediobanca e di Generali. E' evidente che gestiamo del potere, è il nostro mestiere, ma non vogliamo essere percepiti come quelli che gestiscono il potere in Mediobanca o Generali». L' interesse dei soci è alto anche per le vicende di Alitalia e della Roma.

Ma le repliche di Profumo - che la prossima settimana incontrerà per la prima volta, in occasione di un convegno, il neo sindaco di Roma, Gianni Alemanno - non sembrano offrire grandi margini. Su Alitalia, ricorda «non abbiamo interessi in proprio», anche se «laddove si dovessero presentare opportunità per conto dei clienti le valuteremo». Mentre Unicredit, primo creditore della Italpetroli dei Sensi, «non è coinvolta» nella vendita del team giallorosso.

di Paola Pica

6 Ottobre 2008 · Patrizio Oliva




Commenti e domande

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2 risposte a “Alessandro Profumo ipse dixit: "UNICREDIT è solida e non ci sarà alcun aumento di capitale"”

  1. tito rovai ha detto:

    caro ,amministratore unicredit,sono un suo correntista,ma non posso fare tutte le operazioni di banca ,causa il direttore. Posso dirle che ho quasi paura ad entrare in agenzia e trovarmelo davanti. sto pensando di cambiare BANCA.grazie dello spazio concessomi
    tito

  2. karalis ha detto:

    E il supermanager fa autocritica – Mercato sottovalutato

    Ieri Alessandro Profumo ha risposto in conferenza telefonica alle domande degli analisti. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni.

    L’ errore

    «Abbiamo sottovalutato le condizioni esterne di mercato, questo ci è assolutamente chiaro. Molto onestamente non prevedevamo, anche se qualcuno lo diceva, che ci sarebbe potuto essere il fallimento o il chapter 11 di una grande banca. E se oggi siamo qui a parlarne è perché abbiamo commesso errori di valutazione. La perfezione non è di questo mondo, continueremo a lavorare sul nostro posizionamento strategico».

    Le dimissioni

    «Non lascio la banca e non ho mai pensato di farlo nei giorni scorsi. Credo sia mio dovere stare vicino alle eccezionali persone che abbiamo, i nostri 180.000 colleghi, voglio stare al loro fianco»

    Le acquisizioni

    «Nella prima metà del 2007 quando il mondo sembrava tutto in rosa abbiamo realizzato delle acquisizioni, abbiamo utilizzato del capitale, pensiamo all’Ucraina, al Kazakhstan, alle minoranze di Hvb e Bank of Austria, pensiamo a Capitalia. In un momento che era, possiamo dire, il picco del ciclo. Col senno di poi sarebbe stato meglio aspettare».

    La crisi

    «E’ in atto una turbolenza che non ha precedenti, se non nel 1929. Negli ultimi mesi abbiamo avuto un significativo peggioramento dello scenario di mercato, che ha portato la base di capitale a essere un bisogno ancora più forte per l’intero sistema bancario. Per mantenere la fiducia, tutte le banche hanno dovuto accelerare il rafforzamento del capitale per raggiungere ratios più robusti»

    Il messaggio

    «Il sistema italiano è solido e credo che questo sia un messaggio fondamentale. Occorre mantenere la fiducia e l’attenzione all’economia reale che è il vero problema per il futuro».

    La scelta

    «La decisione di ricapitalizzare Unicredit è stata presa nella tarda serata di venerdì scorso, 5 ottobre. Io e i colleghi non ci stavamo lavorando, venerdì notte abbiamo deciso di convocare il board per discutere l’ipotesi. Considerando il deterioramento del mercato nelle ultime due settimane abbiamo considerato che fosse importante uscire lunedì mattina con un segnale forte per i nostri dipendenti, i nostri clienti e i nostri azionisti».

    Mediobanca

    «La quota in Mediobanca è strategica. Atlantia? Non è un’attività core. Da Generali usciremo»

    dal Corriere della Sera

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