Dichiarati illegittimi i dirigenti dell’Agenzia delle Entrate dalla Corte Costituzionale » E adesso che succede?

Dichiarati illegittimi i dirigenti dell'Agenzia delle Entrate dalla Corte Costituzionale » E adesso che succede?

I dirigenti dell’Agenzia delle Entrate che hanno rivestito il ruolo di dirigenti di fiducia presso l’Amministrazione finanziaria, non perché avessero vinto il concorso ma solo per coprire dei posti vacanti per un certo periodo di tempo, sono tutti illegittimi.

Questa la sentenza bomba con cui ha esordito la Corte Costituzionale lo scorso 17 Marzo 2015.

Ma cosa vuol dire tutto ciò? A quali conseguenze porta questa pronuncia e sopratutto, da dove parte questa spinosa vicenda?

Riassumendo tutta la diatriba, chiarendo i presupposti e i risvolti di questo triste episodio all'italiana, la redazione ha voluto fornirvi questo articolo esplicativo.

La vicenda dei falsi dirigenti dell'Agenzia delle Entrate

Quel brutto pasticcio dei dirigenti illegittimi dell'Agenzia delle Entrate: facciamo il punto della situazione.

Lo scorso 17 Marzo 2015, la Corte Costituzionale, con la sentenza 37/2015, ha dichiarato l’illegittimità delle norme che hanno consentito il conferimento di incarichi apicali senza concorsi

In parole povere, ciò ha comportato l’illegittimità costituzionale della nomina di 767 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate (oltre ai 400 circa delle Dogane e del Territorio), in realtà funzionari promossi ai ruoli dirigenziali senza lo svolgimento di un regolare concorso (tramite il ricorso alle norme, appunto, bocciate dalla Consulta) e, dunque, la loro “retrocessione” nelle qualifiche originarie (con relativi stipendi decurtati).

Così, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, i 767 dirigenti illegittimi dell’Agenzia delle Entrate sono stati retrocessi al ruolo originario di funzionari, con relativa decurtazione (circa la metà) degli stipendi.

Un declassamento che crea non pochi problemi al fisco italiano che si è visto decapitato della gran parte dei livelli apicali, ridotti a 300 su circa 41mila dipendenti. Numero certamente non sufficiente, che corrisponde, come ha precisato nei giorni scorsi lo stesso direttore Rossella Orlandi, ad un rapporto di uno ogni 40 persone, e che si attesta molto più basso rispetto a quello delle altre pubbliche amministrazioni, normalmente di uno a 8 o di uno a 10.

Si attende, dunque, una soluzione in tempi rapidi perché di certo la struttura non si può fermare anche in vista dei numerosi cambiamenti che vedono protagonista proprio l’Agenzia delle Entrate (fatturazione elettronica, 730 precompilato).

Comunque, oltre al caos creato a livello apicale è andata ad aggiungersi la questione dei ricorsi.

Da più parti, infatti, si sostiene che la conseguenza dell’illegittimità della nomina dei dirigenti delle Entrate è l’inesistenza degli atti dagli stessi firmati, in quanto privi del potere per farlo, e, dunque, la decadenza di migliaia di provvedimenti impositivi firmati (ergo di cartelle esattoriali Equitalia).

Non hanno dubbi le associazioni dei consumatori che hanno già annunciato una class action per tutelare gli interessi dei contribuenti, né gli studi legali che si stanno organizzando per assistere i contribuenti che decidono di impugnare gli atti sottoscritti dai dirigenti illegittimi.

Ma è davvero tutto oro quel che luccica?

A dire il vero no, dati i precedenti.

Da dove comincia lo scandalo dei dirigenti falsi dell'Agenzia delle Entrate

Sono illegittimi i dirigenti dell'Agenzia delle Entrate, a parere della Corte Costituzionale: ma da dove parte questa brutta storia?

Più o meno dieci anni fa, a seguito di una riorganizzazione interna delle qualifiche, si è verificata, presso gli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate, una carenza di dirigenti: figure necessarie, tra l’altro, per firmare gli accertamenti fiscali.

E così, senza bandire alcun pubblico concorso, i vertici dell’Amministrazione finanziaria hanno deciso di elevare, a tale ruolo, ben 767 funzionari.

Insomma, una promozione in carriera, ma senza i criteri di trasparenza imposti dalla Costituzione, secondo cui, invece, agli impieghi nella pubblica amministrazione, si accede solo mediante bando e successivo concorso.

Ora, come accennato, la giurisprudenza, chiamata a pronunciarsi su tale questione, ha ritenuto nulle le suddette nomine.

La prima sentenza nota, in ordine cronologico, è quella del Tar Lazio del 2011, sebbene lo stesso problema fosse stato già sfiorato anche dalla Corte dei Conti.

È seguita la pronuncia della Commissione Tributaria Provinciale di Messina e, per finire, quella del Consiglio di Stato.

A questo punto, però, si è corso ai ripari.

Così, per evitare una valanga di ricorsi che avrebbe potuto invalidare gli atti firmati dai falsi dirigenti, come appunto le cartelle esattoriali di Equitalia, nel 2012 è intervenuta una legge, la 44/2012, che insieme ad alcuni cavilli inseriti nel decreto milleproroghe,ha sanato gli incarichi conferiti con tale metodo, almeno in attesa che venisse indetto un pubblico concorso.

La norma è stata rinnovata di anno in anno fino a rendere, di fatto, detti incarichi non già delle semplici sostituzioni momentanee, ma dei veri e proprio uffici a tempo indeterminato.

Le norme che hanno sanato la posizione dei falsi dirigenti dell'Agenzia delle Entrate

Facciamo chiarezza sulle norme che, nel 2012, hanno sanato, parzialmente, la posizione dei falsi dirigenti dell'agenzia delle entrate e di Equitalia: ciò che c'è da sapere sulla legge 44/2012 e sul decreto mille proroghe.

Come accennato nei precedenti paragrafi, nel 2012 è intervenuta una legge, la 44/2012, che insieme ad alcuni cavilli inseriti nel decreto milleproroghe, ha sanato gli incarichi conferiti con tale metodo, almeno in attesa che venisse indetto un pubblico concorso.

Ma cosa dicono, sostanzialmente, questi due testi normativi? Vediamolo insieme.

La legge 44/2012

Secondo quanto si apprende dalla legge 44/2012, fermi i limiti assunzionali a legislazione vigente, in relazione all'esigenza urgente e inderogabile di assicurare la funzionalità operativa delle proprie strutture, volta a garantire un'efficace attuazione delle misure di contrasto all'evasione l'Agenzia delle dogane, l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia del territorio sono
autorizzate ad espletare procedure concorsuali per la copertura delle posizioni dirigenziali vacanti.

Nelle more dell'espletamento di dette procedure l'Agenzia delle dogane, l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia del territorio salvi gli incarichi già affidati, potranno attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari con la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato, la cui durata e' fissata in relazione al tempo necessario per la copertura del posto vacante tramite concorso.

Gli incarichi sono attribuiti con apposita procedura selettiva. Ai funzionari cui e' conferito l'incarico compete lo stesso trattamento economico dei dirigenti.

Il decreto milleproroghe

La legge di conversione del decreto milleproroghe 2012 ha introdotto una norma inquietante.

Si legge nel testo di legge, infatti, che la causa di nullità di una Cartella di pagamento priva dell'indicazione del responsabile del procedimento viene riconosciuta solo dal 1 giugno 2008.

Cosa vuol dire tutto ciò?

Come chiarito, il milleproroghe aveva stabilito che solo per i ruoli consegnati all'agente per la riscossione successivamente al 1° giugno 2008, la mancata indicazione del responsabile del procedimento comportava la nullità della cartella esattoriale. Dovendo, quindi, prescindere dalla data di notifica del ruolo, come poteva fare il contribuente a verificare se tale obbligo era stato rispettato?

Equitalia, praticamente, grazie alla salvata del governo, aveva avuto la possibilità di segnalare all'Agenzia delle Entrate l’esigenza di integrare il modello di cartella di pagamento, al fine di inserire in essa questa informazione.

In ogni caso, il problema non si poneva più per l’indicazione del responsabile del procedimento di emissione e notifica della cartella, in quanto Equitalia, sin dal mese di novembre 2007, aveva impartito alle società del Gruppo direttive finalizzate ad inserire tale indicazione.

L'ultimo intervento giurisprudenziale sui falsi dirigenti dell'Agenzia delle entrate: la sentenza della Corte Costituzionale

Arrivato, finalmente, l'intervento giurisprudenziale, più atteso, sui falsi dirigenti dell'Agenzia delle entrate: vi spieghiamo la sentenza della Corte Costituzionale.

Come deciso dalla Corte Costituzionale con sentenza 37/2015, i dirigenti dell’Agenzia delle Entrate che hanno rivestito il ruolo di dirigenti di fiducia presso l’Amministrazione finanziaria, non perché avessero vinto il concorso ma solo per coprire dei posti vacanti per un certo periodo di tempo, sono tutti fasulli.

Come ampiamente chiarito, ma vale la pena di ribadirlo, il decreto legge del 2012 aveva tentato di porre rimedio alle cariche temporanee dei falsi dirigenti, prorogando il tempo di durata della loro carica provvisoria e di conseguenza sanando tutti i vizi di legittimità degli atti firmati dai dirigenti senza titoli.

Ma la Corte Costituzionale ha sconfessato il decreto legge, ed esprimendosi sulla questione di legittimità costituzionale, ne ha dichiarato la sua illegittimità.

Dunque, l’Agenzia delle Entrate, a far data dal 1992, per carenza di organo direttivo ha fatto ricorso a delle reggenze che sono per natura provvisorie ed ha illegittimamente autorizzato a firmare degli atti in qualità di dirigenti, dei funzionari pubblici senza qualifica né titoli né alcun conferimento di legge.

Questa evidente illegittimità eseguita dall'Agenzia delle Entrate è già stata censurata dal TAR Lazio nella precitata Sentenza, ma la logica conseguenza non può che essere l’inesistenza di tutti gli atti che questi funzionari reggenti, ma non dirigenti, hanno firmato e trasmesso.

L’Agenzia delle Entrate, dando incarico di dirigenti a semplici funzionari non in possesso della qualifica relativa, ha ecceduto nel suo potere di deroga a norme di rango superiori, al di fuori delle ipotesi tassativamente previste dalla legge, senza indicazione del termine di durata e senza che l’Ente abbia provveduto a bandire le procedure concorsuali per l’accesso alla qualifica dirigenziale.

Eppure la Costituzione è chiara quando esplica che agli impieghi nelle Pubbliche si accede per pubblico concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.

Cosa si evince da tutto ciò?

In tutti questi anni c’è stato un eccesso di potere e sviamento. L’Agenzia delle Entrate con quella delibera, ma ormai era prassi dal 1992, oltrepassava i limiti della propria autonomia regolamentare violando i principi fondamentali per l'acceso alla qualifica dirigenziale.

Si fa presente, inoltre, che è stato accertato nella sentenza del Tar del Lazio che ci sono 767 posti di Dirigenti coperti temporaneamente tramite incarichi ad interim o vacanti.

Insomma, più della metà dei dirigenti che hanno firmato gli atti in questi anni non avevano i poteri per farlo.

Ed ora, che si fa di tutte le cartelle esattoriali di Equitalia trasmesse dall'Agenzia delle Entrate ma firmate dai questi dirigenti?

Le conseguenze dopo la sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittimi i dirigenti dell'Agenzia delle Entrate

Ed ora, dopo questa sentenza sconvolgente, che si farà di tutte le cartelle esattoriali di Equitalia trasmesse dall'Agenzia delle Entrate ma firmate dai questi dirigenti: si preannuncia una pioggia di ricorsi, ma verranno davvero accolti?

Secondo le recente notizie riportate dai mass-media, i ricorsi già stanno fioccando e sono arrivate le prime pronunce favorevoli da alcune commissioni tributarie, mentre sembra sia scomparso dal sito dell’Agenzia delle Entrate il file contenente i nomi dei dirigenti dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale.

A frenare l’arrivo dei numerosi ricorsi, con una puntualità impressionante, ci pensano il Governo e la stessa Agenzia delle Entrate che esprimono parere nettamente contrario

Se per il Ministro dell'Economia la legittimità degli atti non è assolutamente posta in discussione, la direttrice dell'Agenzia delle Entrate si spinge oltre per stroncare le ipotesi prospettate dalle associazioni dei consumatori, affermando che non solo i ricorsi faranno spendere inutilmente soldi ai contribuenti, ma che sono addirittura vergognosi.

La direttrice dell'Ade, infatti, punta il dito sul fatto che le somme contenute nelle cartelle riguardano importi dovuti a titolo di tributi dai soggetti che non hanno pagato e dunque, si tratta di risorse per i cittadini, il cui mancato pagamento ricadrebbe sulla collettività.

Inoltre, la questione inerente gli incarichi dirigenziali, secondo la linea sostenuta da Entrate e Governo, non si riflette sull'idoneità degli atti emessi dall'ente impositore, prima di tutto perché la legge consente ai manager pubblici salvati di delegare compiti e responsabilità ad altri funzionari, e, dunque, anche agli ex dirigenti decaduti, garantendo così la validità degli atti per via della continuità degli uffici.

In subordine, perché ai fini della validità dell’atto tributario, è sufficiente la provenienza dello stesso dall'ufficio per renderlo idoneo ad esprimerne all'esterno la volontà.

Così, com'è ovvio si cerca una soluzione.

Quella più accreditata è stata individuata nell'attribuzione ad interim ai dirigenti legittimi rimasti delle funzioni precedentemente assegnate a quelli illegittimi, i quali, potranno comunque operare, seppur degradati a funzionari e con stipendi da funzionari, attraverso le deleghe ricevute dai propri superiori.

Inoltre, si prevede un incontro tra il Governo e i vertici delle Agenzie interessate dalla pronuncia di incostituzionalità, per fare il punto della situazione e trovare una soluzione strutturale e non transitoria.

Scartata l’idea iniziale di un decreto o di un provvedimento parlamentare, l’unica strada percorribile sembra l’ipotesi del concorso.Ipotesi però che fa nascere da subito due questioni principali.

La prima riguarda i tempi che sono destinati inevitabilmente a protrarsi a lungo. La seconda riguarda la posizione degli ex dirigenti, i quali, salvo apposito decreto attuativo che garantisca una corsia preferenziale a coloro che hanno già svolto funzioni dirigenziali, dovranno concorrere in un concorso pubblico per esami, ossia aperto a tutti, con il rischio, dunque, di un mancato superamento.

Che dire, dunque, concludendo?

E' consigliata, e soprattutto pertinente, l'ipotesi di un ricorso per le cartelle esattoriali emanate dai falsi funzionari dell'Agenzia delle Entrate? Possono ritenersi, in parole semplici, nulle?

A parere nostro no, dato che, purtroppo, ci aspettiamo un intervento del governo, a breve, per correre ai ripari e non perdere la marea di denaro accumulata questi anni con gli atti recapitati ai consumatori/debitori italiani e già riscossi.

Ma, almeno stavolta, speriamo davvero di sbagliarci.

2 Aprile 2015 · Patrizio Oliva


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2 risposte a “Dichiarati illegittimi i dirigenti dell’Agenzia delle Entrate dalla Corte Costituzionale » E adesso che succede?”

  1. grifone ha detto:

    Il lavoro va un po’ meglio e mi piacerebbe sistemare le incombenze con il fisco, impugnando le cartelle di Equitalia ho notato che molte notifiche risalgono addirittura al 96, fermo restando che ho deciso di ratealizzare comunque tutte quelle dell’INPS per non perdere i contributi, vorrei capire se le cartelle tipo le multe molto vecchie notificate ad esempio nel 2002 dovevano essere rinnovate tramite comunicazione scritta anche nel 2007 e 2012. Grazie

    • Per evitare la decadenza i verbali di multa notificati nel 2002, cui non era seguito il pagamento, dovevano dar luogo ad iscrizione a ruolo e all’emissione di una cartella di pagamento che andava notificata entro il 2007.

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