Adeguamento ISTAT » Che cos’è e come si calcola

L'adeguamento Istat è un meccanismo di rivalutazione su base annua del costo della vita

L’Istituto Nazionale di Statistica, appunto ISTAT, è un ente che ha il compito di calcolare, periodicamente, l’indice dei prezzi al consumo, cioè la variazione nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi rappresentativo dei consumi delle famiglie italiane.

L'adeguamento Istat è un meccanismo di rivalutazione su base annua del costo della vita.

In parole povere, per fare chiarezza su questa definizione dobbiamo ricordare cosa si intende per costo della vita.

Sappiamo tutti che 1 kg di pane veniva venduto a un certo prezzo nel 1950 e a un prezzo decisamente diverso nel 2013.

Lo stesso discorso vale per altri beni, soggetti a cambiamenti di prezzo (quasi sempre verso l'alto) che dipendono da numerosi fattori: disponibilità delle materie prime per produrli, introduzione di dazi, mutamenti geopolitici e via dicendo.

Il caso tipico è quello della benzina, in grado di influire sul costo di moltissimi altri prodotti e servizi.

Il compito di calcolare l'andamento del costo della vita, in Italia, viene affidato all'Istituto Nazionale di Statistica, il cui acronimo è appunto ISTAT.

L'istituto colleziona dati per ricerche e censimenti, ripresi poi dai mezzi di informazione e utilizzati dal governo di turno. L'adeguamento Istat ha quindi ripercussioni pratiche sulla vita delle persone, dal momento che tocca alcuni importanti ambiti.

In questo modo, conoscendo tale dato, è possibile evitare la svalutazione, per via dell'inflazione, di una serie di prestazioni economiche come il canone dilocazione, la pensione e l'assegno di mantenimento.

Tali importi, infatti, attraverso l’adeguamento all'indice ISTAT, vengono rivalutati e rapportati al costo della vita attuale.

Per esempio, l’importo di una pensione o di un assegno di mantenimento liquidati nel 2000, nel 2013 non hanno più lo stesso valore iniziale perché, nel frattempo, sono aumentati i prezzi dei beni (anche di prima necessità) ed è diminuito il relativo potere d’acquisto. Allo stesso modo, anche il canone di una locazione deve essere rivalutato e rapportato al costo della vita nell’anno di riferimento.

Adeguamento ISTAT degli indici dei prezzi al consumo

In particolare, l'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:

  • per l'intera collettività nazionale (NIC)
  • per le famiglie di operai e impiegati (FOI)
  • l'indice armonizzato europeo (IPCA)

I tre indici hanno finalità differenti. Il NIC misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico: in altre parole considera l'Italia come se fosse un'unica grande famiglia di consumatori, all'interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche;

Il FOI, invece, si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (extragricolo). E' l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato.

Per finire, l'IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea, ai fini dell'accesso e della permanenza nell'Unione monetaria.

I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.

NIC e FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione italiana, ovvero la grande famiglia di oltre 57 milioni di persone; per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.

L'IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita.

Un'ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda il concetto di prezzo considerato: il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita. L'IPCA si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore.

Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket).

Inoltre, l'IPCA tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).

Altri ambiti nei quali si manifesta l'adeguamento Istat interessano gran parte della popolazione italiana.

Tra i principali troviamo l'assegno di mantenimento, l'affitto (o per meglio dire il canone di locazione), la rendita INAIL e la pensione.

Adeguamento ISTAT del canone di locazione

L'adeguamento Istat del canone di locazione, in particolare, è quello che più di ogni altro pesa sulle tasche della popolazione, essendo elevata la percentuale di coloro i quali vivono in affitto. Va detto che l'eventuale aumento del canone non si ripercuote per forza sull'inquilino.

Sarà di volta in volta l'affittante a decidere se assorbire l'aumento o alzare in proporzione il canone. Questa scelta deve rispettare in ogni caso l'adeguamento annuo, il cui calcolo può essere effettuato dal commercialista, da uno studio legale o tramite software disponibili in rete. L'adeguamento non si paga una tantum ma va a modificare la rata di affitto mensile.

L'adeguamento sul canone di locazione cambia a seconda del contratto. Per chi ha stipulato un contratto concordato, il tipico 3+2, la legge prevede un adeguamento annuale al 75% della rivalutazione Istat. Per chi invece ha stipulato un contratto libero, 4 + 4 anni, l'aumento Istat applicabile è pari al 100% della rivalutazione. Per le locazioni ad uso diverso dall'abitazione (uffici, negozi, depositi, box auto) l'adeguamento annuale, salvo contratti superiori a 6 anni, rimane fissato al 75%.

A scanso di contestazioni, è opportuno che la modalità di calcolo dell'adeguamento venga riportata nel contratto.

6 Dicembre 2013 · Giorgio Valli


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